martedì 22 novembre 2011

MAGIC MOMENTS

Ho sempre pensato che per tenere in piedi una relazione che duri negli anni, sia necessario mantenere un po’ di MAGIA.
Per quanto sia ovvio che col passare del tempo si arrivi ad essere sempre più in confidenza, credo che su certe cose sia vitale mantenere un minimo di aplomb.
Per questo motivo, ho sempre fatto in modo di non farmi mai beccare con dei peli da orso bruno e il mollettone di plastica arancione in testa, tanto per dirne una. Inoltre, per quanto io sia assolutamente una fan delle pari opportunità, è innegabile che ci siano ancora cose che se fatte da un uomo fanno anche ridere, ma se fatte da una donna fanno un po’ schifo. Per chi ancora non l’avesse capito, sto parlando di rutti e scorregge.
Negli ultimi anni ho perciò abortito una quantità di rumori digestivi incalcolabile.
Inutile che vi dica che il mio fidanzato, al contrario, è convinto che tutta la vasta gamma di suoni che riesce a produrre con le diverse parti del suo corpo sia esilarante.
Non voglio fare la principessa e ammetto che effettivamente ogni tanto lo trovo divertente, probabilmente perché ho il senso dell’umorismo di un bambino di otto anni e se anche solo sento dire la parola “cacca” un po’ mi scappa da ridere.
Tuttavia, questo non significa che non mi sia accorta che, non so bene come, mi ritrovo fidanzata con Shrek. Perché, diciamolo, a tutto c’è un limite …
Giusto per chiarire dove sta il limite, parliamo di un episodio risalente a quest’estate.
In Australia, verso la fine della vacanza, ci siamo trovati in una stanza d’albergo che aveva il bagno alla francese. Per chi non lo sapesse, significa che il water si trova in una specie di sgabuzzino separato dal resto del bagno. Sfortunatamente, il secondo giorno, la luce di questo famoso sgabuzzino si è fulminata.
Ed ecco lo spettacolo che mi si è presentato quando sono andata a lavarmi i denti:





Alla mia legittima e delicata domanda: “Scusa, amore, ma adesso mi tocca pure vederti cagare?!”, la candida risposta del soggetto altro non è stata che:” Ma topo, non vedi che sto facendo il sudoku?! Come facevo al buio?!”
Aaaaaaaaah beh … Ai posteri l’ardua sentenza.

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