lunedì 31 ottobre 2011

MOUSSE AL CIOCCOLATO

Eccoci qua, finalmente c’è il ponte e posso godermi il genio del mio fidanzato per ben quattro giorni filati.
Benché sia vacanza, non voglio lasciarvi totalmente a bocca asciutta …
Sabato era il compleanno di una mia cara amica, perciò io e la mia mezza mela bacata abbiamo raggiunto lei e il suo fidanzato in campagna per festeggiare.
Non penso sia necessario darvi un resoconto dettagliato del weekend, credo sia sufficiente mostrarvi qual è la cosa più INTELLIGENTE che è riuscito a fare The Mentalist nell’arco di 24 ore:




Cosa riesce ad elaborare una mente superiore con il solo ausilio di una mousse al cioccolato …

venerdì 28 ottobre 2011

V PER VENDETTA

Il weekend è arrivato, grazie al cielo c’è il ponte e abbiamo tutti voglia di staccare un po’ …
Per questo motivo, oggi non vi tedierò con lunghi monologhi, ma mi limiterò a darvi un assaggio di una delle mie caratteristiche personali che rendono così speciale il mio rapporto con Cervello (altro soprannome, in realtà il precursore di tutti gli altri).
Il punto è che sono (come usava dire il mio idolo Ugo Fantozzi) leggerissimamente VENDICATIVA. Posso aspettare mesi, anche se di solito cerco di sbrigare la pratica nel giro di una settimana, per fargliela pagare. Posso far finta che la lite sia superata e che tutto vada bene, ma la verità è che, in queste situazioni, ho la maturità di uno scolaro di seconda elementare.
Ci saranno molteplici occasioni per raccontarvi i raffinati metodi di tortura che ho sviluppato negli ultimi quattro anni, ma oggi mi accontento di una perla che dovrebbe iniziare a farvi capire che aria tira. Spero noterete che nel vendicarmi non manco di una certa inventiva …
L’anno scorso Cervello ha fatto il grave errore di farmi incacchiare come una iena proprio la settimana prima di Carnevale. Non pago di questo primo errore, ne ha commesso uno ancora peggiore. Dal momento che avevamo in piano di andare ad una festa in maschera il sabato, mi ha dato il via libera per scegliere non solo il mio costume, ma anche il SUO. Pessima idea baby, peeeeessima idea …
Io chiaramente ho scelto per me una mise di rara raffinatezza. Eh già, perché ho una teoria a riguardo e cioè che ci sono solo due occasioni all’anno per conciarsi come la peggiore delle passeggiatrici senza che nessuno faccia una piega: Halloween e Carnevale. E io intendo sfruttarle a pieno. Ecco.
Ovviamente il suo costume andava abbinato al mio e doveva rappresentare al meglio il mio stato d’animo del momento.
Et voilà … Ecco a voi la testimonianza fotografica della mia democratica scelta:

giovedì 27 ottobre 2011

LA NONNA E IL PERSONAL TRAINER




Tra le mille cose che portano i miei amici a chiedermi: “Ma cosa centri tu con questo qua?!”, c’è il lavoro di The Mentalist.
Egli infatti è un P.T., che non sta per Picio però Tanto, ma per Personal Trainer. Basti dire che io ogni volta che apro una bottiglia d’acqua rischio che mi venga l’ernia.
Senza contare che, per proseguire con l’argomento FAMIGLIA, la sua professione è rispettatissima dai miei cari …
Mio padre quando a qualsiasi sua domanda rispondo:”Stefano sta lavorando”, immancabilmente mi guarda mezzo nauseato e mezzo esilarato da quella che secondo lui è una battuta troppo divertente e mi risponde:”Eh già, perché adesso il suo è un lavoro!”
Ma il pezzo forte è mia nonna. Mia nonna ha 96 anni …  Avete presente le adorabili vecchiette delle pubblicità o delle fiction? Ecco, mia nonna è quanto di più diverso si possa immaginare. Mia nonna è il terrore di infermiere e badanti, senza menzionare il fatto che spaventa abbastanza anche tutti noi.
Ora, è comprensibile che per una signora della sua età sia un tantino complesso  capire esattamente che cosa faccia un Personal Trainer … Nel corso del tempo, si è quindi prima convinta che il mio fidanzato faccia il BALLERINO, poi … Dopo lunghe e articolate spiegazioni, si è illuminata e io ho finalmente pensato che un minimo avesse capito …
Eh sì, infatti da allora, ogni volta che mi vede, ovviamente anche lei sghignazzando sotto i baffi come mio padre, che mica per niente è suo figlio, mi chiede: “Beh, come sta l’ACROBATA?”

mercoledì 26 ottobre 2011

NEGARE L'EVIDENZA




Come forse avrete cominciato ad intuire ieri, il superpotere di mio padre è l’indifferenza più totale e assoluta.
Lui non si sbatte neanche a trattarti male, ti ignora e basta. Se a questo si somma il fatto che è distrattissimo e che, come avevo già detto, è praticamente cieco, il risultato è micidiale. Vi posso assicurare che se mi sporgessi in salotto completamente nuda con solo la borsa a tracolla per dirgli: “ Io vado a cena fuori, ci vediamo domani!”, c’è il 90% di possibilità che mi risponda semplicemente: “Ciao”.
A questo proposito, sospetto che la sua indifferenza nei confronti di The Mentalist non sia del tutto volontaria …
Dico ciò perché, benché siano QUATTRO ANNI che TUTTI  i venerdì il mio fidanzato arriva a casa nostra, lui questa informazione ancora non l’ha assorbita.
The Mentalist arriva abbastanza sul tardi il venerdì, perché finisce di lavorare alle 22 e poi deve anche farsi la Milano - Torino. Generalmente quindi, ad una certa ora (dopo aver peraltro già rumorosamente ronfato sul divano un’oretta buona) mio padre se ne va a letto. E TUTTI i venerdì ha luogo la seguente conversazione:
Lui: “Tu non vai a dormire?”
Io: “E no, pa’, aspetto Stefano.”
Lui: “Ma viene anche questo finesettimana?!?!”
E dovreste vedere quanto è scioccato da quest’informazione …
Incredibile come dopo quattro anni il dolore per l’arrivo di The Mentalist sia sempre fresco come il primo giorno …

martedì 25 ottobre 2011

TI PRESENTO I MIEI




In questa difficoltosa ricerca di una risposta all’ epocale domanda: “Mi tengo il mio Beautiful Mind o mi conviene cercarmene uno mejo?!?!”, mi sembra corretto, ai fini di una giusta valutazione, prendere in esame anche i lati positivi del soggetto …
A questo proposito, una delle cose che depongono sicuramente a suo favore è il fatto che dopo aver conosciuto i miei genitori non sia SCAPPATO VIA URLANDO.
Non essendoci un modo carino per dirlo, sarò costretta ad usare una formula un filo diretta … I miei sono suonati FORTE.
Dal momento che sulla mia famiglia si potrebbe tranquillamente scrivere un trattato di psichiatria, per amor di chiarezza, ne prenderemo in esame uno alla volta.
Mio padre.
In confronto a mio padre, Foscolo e Manzoni  erano l’anima della festa. Ho amiche che nel tentativo di entrare in confidenza con lui sono finite in analisi. Ho amiche che conosco dai tempi del liceo a cui mio padre da ancora serenamente del LEI. Ho amici che non sanno nemmeno che faccia abbia mio padre perché non si è mai neanche disturbato ad emergere da dietro La Stampa per dire.”Buonasera”.
In quattro anni di weekend a casa mia a Torino, la conversazione più lunga mai avvenuta tra mio padre e The Mentalist è la seguente:
The Mentalist: “Arrivederci, buona domenica!”
Mio padre: “Altrettanto.”
E ragazzi, credetemi, ci va del fegato per continuare a passare tutti i finesettimana a casa di un uomo che se per puro caso ti nota, ti guarda con stampato in faccia l’interrogativo: “Ma chi è questo e che ci fa nella mia cucina?”


lunedì 24 ottobre 2011

LA LONTANANZA è IL FASCINO DELL'AMORE



La prossima volta che qualcuno se ne esce con una frase del tipo: “Aaaaah, beata te va’! Le storie a distanza sono così più semplici … Almeno si ha sempre tanta voglia di vedersi!”, giuro che tiro fuori dalla borsa una padella in acciaio inox di almeno 22 cm di diametro (che tanto le borse mi piacciono capienti) e gli tiro una stecca tremenda sulla nuca. E poi mentre è privo/a di sensi gli scrivo pure “sono un picio” in fronte col pennarello indelebile. Ecco.
Avere una storia a distanza è uno strazio per una serie di innumerevoli motivi.
Ma, almeno per la sottoscritta, il PEGGIORE di tutti, è che quando ti girano, devi accontentarti di fartele girare al telefono. A me non basta neanche lontanamente. Anche perché si sa che l’uomo medio se ce l’hai sotto mano fa la larva, ma al telefono fa il furbo e a me parlare con la fotocopia di Ispanico mi fa venire un nervoso, ma un nervoso … Che a fare i fighi quando sei a 150 km di distanza e probabilmente hai anche controllato di aver messo la catena alla porta siam buoni tutti, sai?!
Senza contare che a litigare al telefono non sai mai se ti sta ascoltando o se ha messo il cellulare sotto un cuscino e si sta beatamente guardando Spartacus in streaming…
Se poi m’incazzo di lunedì è la fine …  Perché mi tocca aspettare fino al weekend per avercelo sotto mano e sfogarmi per benino … Roba che a metà settimana ho già una faccia che il giornalaio non ha neanche il coraggio di guardarmi negli occhi mentre mi da il resto.

venerdì 21 ottobre 2011

LE COSE POSSONO PRENDERE UNA BRUTTA PIEGA




Ultimamente, riflettendo sull’argomento gnoccaggine, la mia mente è stata riempita da un’immagine. E non è stato un bel momento, lo posso assicurare.
Oggi vorrei quindi tralasciare per un attimo le mie turbe matrimoniali e il mio menage con The Mentalist per fare una piccola digressione.
L’immagine a cui faccio riferimento e che non manca mai di mettermi di pessimo umore è quella di una disgraziata pubblicità di biancheria intima. Nella suddetta pubblicità c’è una topolona pazzesca che si rotola languidamente in un corridoio fatto completamente di specchi a tempo di musica coperta solo da un paio di micro mutandine e un reggiseno. Ora, io mi chiedo, ma la voglia di comprarsi ‘ste benedette mutande (chiaramente in un’altra taglia, che con quelle della signorina l’80% delle popolazione femminile può farsi giusto una polsiera) deve venire a me o al mio fidanzato?!
No, perché a me vedendo quella pubblicità vien più voglia di comprarmi una tuta da astronauta che altro. La stragrande maggioranza delle donne mi confermerà che l’idea di trovarsi circondate da specchi è probabilmente la cosa più angosciante che si possa immaginare. Ci sono parti del corpo di cui NON SI VUOLE NEMMENO CONOSCERE L’ESISTENZA.  Alzi la mano chi non ha mai rischiato di avere un attacco di panico nel camerino di un negozio. Non è carino vedersi da dietro, soprattutto se impreparati. Santo cielo ho persino pensato di prendere un anticoagulante la prossima volta che farò shopping per scongiurare il rischio che mi si geli completamente il sangue.
La settimana scorsa dall’estetista una mia cara amica ha rischiato di rimanerci secca in una valle di lacrime …  Se ne stava lì, sdraiata, nuda come un verme, in attesa che lei arrivasse. Sente un rumore e si gira per vedere se era la porta che si apriva (ditemi se non sembra già l’inizio di un horror). La porta era chiusa, ma l’occhio le cade sulla sua immagine prona riflessa nel dannato specchio a muro. Pensiero numero uno: “Però son topa ancora così abbronzata va!” Pensiero numero due:” Azz’è quello?!?!” E già perché a sorriderle dallo specchio, belle bianche e candide, c’erano due tragiche lunette, proprio tra le chiappe e le gambe. Una zona buia, torbida, in cui non bisognerebbe MAI guardare perché ti mette senza pietà davanti al fatto che il tuo sedere non è abbastanza tonico da abbronzarsi uniformemente, anzi in quella piega disgraziata non penetrano i raggi UV  neanche se ti incolli di schiena al buco dell’ozono.
La conclusione la lascio all’ estetista che entrando, con un solo sguardo agli occhi sbarrati e al sedere, ha capito tutto, le ha rivolto un’occhiata colma di saggezza antica e le ha regalato la seguente perla:”Eh, tesoro, non c’è niente da fare … Siam tutte PORTATRICI SANE DI PIEGA”.
Ma lo volevamo proprio sapere ?

giovedì 20 ottobre 2011

PARANORMAL ACTIVITY 2 - LO STARNUTO




Ieri vi ho lasciati con la promessa di raccontarvi la super gag che mi è recentemente riuscita con Beautiful Mind (altro amorevole soprannome del mio fidanzato).
Una sera della settimana scorsa, me ne stavo tranquilla sul divano quando mi squilla il cellulare. Era lui. La cosa mi ha piuttosto stupita perché di solito a quell’ora sta ancora lavorando …
Rispondo e dopo qualche secondo realizzo che effettivamente sta ancora lavorando e  si è solo seduto sul telefono facendo partire la chiamata.
Lo so, questo preambolo è un tantino noioso, ma necessario.
Nei pochi secondi che mi ci sono voluti per capire la situazione, a lui è partito un mega starnuto. Non so come mi sia venuto in mente, forse il mio cervello si attiva rapidamente solo per le cazzate, fatto sta che ho riattaccato immediatamente e velocissima gli ho mandato un messaggio con scritto solo: “SALUTE!”
Così è ormai una settimana che il pover’uomo non si spiega come possa io da Torino sentirlo starnutire a Milano …  Considerando il terrore che già gli incutevo prima di questo avvenimento, è facile che da allora dorma con un occhio aperto e cerchi di non scaccolarsi per paura che io LO VEDA.
Lo so, si potrebbe dire che con un boccalone del genere mi piace vincere facile … Ma io resto fierissima del mio colpo di genio!
E ricordate che io … VI VEDO!

mercoledì 19 ottobre 2011

PARANORMAL ACTIVITY



Sono ormai un paio d’anni che The Mentalist, la cui corretta ortografia per esprimere a pieno il senso del soprannome sarebbe in realtà Dementalist, se la fa sotto dalla paura che io sia posseduta e lo possa sacrificare al Maligno nel sonno.
Effettivamente quando dormo sono un filo inquietante … La cosa peggiore che riesco a fare è minacciarlo e insultarlo senza neanche disturbarmi a svegliarmi.
 L’ultima volta, in Australia, nel cuore della notte, gli ho detto la seguenti parole d’amore: “Uè, pirla, te l’avevo detto che i biglietti dovevamo farli prima!”
La parte migliore di questa cosa è che, malgrado sia già successo un pacco di volte, il genio continua a pensare che io sia sveglia e MI RISPONDE.  Al che, mi fa:” Ma topo di quali biglietti stai parlando?” E io: “Va beh, lascia stare, tanto non capisci mai un cazzo!!!”
A sua discolpa devo ammettere che effettivamente io non mi limito a borbottare nel sonno come le persone normali. Io parlo a voce alta e scandisco le parole, come se fossi perfettamente sveglia. Il che in effetti fa venire un po’ i brividi.
Essendo io totalmente priva di pietà, ovviamente sul suo terrore ci marcio spudoratamente. Normalmente, quando mi accorgo che sta per svegliarsi, mi posiziono ad un paio di centimetri dalla sua faccia e lo fisso con l’occhio da pazza. Così si sveglia già felice!
L’altro giorno, per un caso fortuito, mi è riuscita la gag della vita. Talmente bella che me la conservo per domani…

martedì 18 ottobre 2011

IL RICHIAMO DELLA FORESTA





Si dice che nell’uomo con cui si sceglie di dividere la vita ci sia sempre qualcosa del proprio padre.
Evidentemente è vero, dato che anche il mio illustre genitore è una sega totale in fatto di regali.
Dagli otto ai tredici anni, compleanno e Natale, ho ricevuto SEMPRE la stessa cosa ovvero libri. Ma forse non mi sto spiegando bene. Con sempre la stessa cosa intendo sempre gli STESSI libri. Cioè io per cinque anni, due volte l’anno, ho puntualmente ricevuto “Zanna bianca” e “Il richiamo della foresta”. E se non erano tutti e due, almeno uno sicuro arrivava.
 A parte la noia mortale, col senno di poi la cosa desta una certa preoccupazione perché: o mio padre soffre di Alzheimer dalla precoce età di quarantacinque anni oppure ha sviluppato già in gioventù un quantomeno preoccupante feticismo per i pastori tedeschi. E immaginare tuo padre che cerca di adescare un canide con un grissino per attirarlo in un cespuglio non è bello, perciò … Vada per l’Alzheimer!
A un certo punto, grazie al cielo, questa curiosa tradizione si è interrotta, forse perché, pur essendo sia astigmatico che miope (praticamente si muove grazie agli ultrasuoni, come i pipistrelli, tanto per capirci), anche lui alla lunga si sarà accorto che mezza libreria era occupata esclusivamente dalle due immortali opere del buon Jack London.
Ciò non ha tuttavia migliorato di molto la mia qualità della vita.
 L’aneddoto più recente risale alla mia laurea. Il giorno dopo il tanto (ma tanto) atteso evento sono a casa da sola e suona il citofono. Rispondo e mio padre, con voce colma di malcelata urgenza, mi intima solo “Scendi”. Comprensibilmente chiedo perché e ottengo solo un altro perentorio “Scendi”. E io mi scaravento per cinque piani a palla di cannone con un’unica certezza nel cuore: si è emozionato per il 110 e MI HA REGALATO UNA MACCHINA. E combinazione, già dall’atrio si vedeva parcheggiata davanti al portone una 500 nuova di pacca. Commossa da tanta generosità, apro di slancio il cancello e lui … Beato come non mai, mi dice:” Porta su il sacchetto di croccantini per il cane (da 15 kg) che io devo andare in tintoria!”
Ma perché dopo tanti anni di regali di mmmerda ci credo ancora?

lunedì 17 ottobre 2011

PIPPO, PAPERINO E TOPOLINO




La tragedia del compleanno, come potrete immaginare, non si conclude mica così.
Eh già, perché resta da esaminare lo spinoso argomento regali.
Un noto proverbio recita così: “È il pensiero che conta”. Io mi posso anche sforzare di essere filosofa e prenderlo in parola, però ci son volte (quasi sempre a dire il vero) in cui apro un pacchetto e non posso fare a meno di chiedermi:”Ma ci hai davvero pensato prima di comprarmi ‘sta cagata pazzesca?!”
Naturalmente, il più delle volte tale raffinato e disinteressato pensiero è stato rivolto a quel genio ribelle di The Mentalist. Negli anni è riuscito a regalarmi alcuni degli oggetti che rientrerebbero facilmente nella top ten delle dieci cose che mi cagherei di meno al mondo. Roba che se il giorno del mio compleanno e nelle feste comandate si da malato forse è meglio.
Tra i fulgidi esempi del suo innato buon gusto spiccano: un telefono a cornetta con Pippo, Paperino e Topolino che quando ti chiamano suonano una musichetta jazz e un deumidificatore. E sì, avete letto bene, ho scritto proprio deumidificatore.
Il telefono me l’ha motivato dicendo che gli sembrava perfetto per casa mia. Che sinceramente mi son pure un tantino offesa perché non credevo di abitare nella roulotte di Moira Orfei.
Per il deumidificatore, la spiegazione è stata invece la seguente: “Ma topi, d’inverno hai sempre il naso chiuso. Io mi preoccupo della tua salute!”
 Era pure convinto di aver fatto il gran gesto ‘sto cutu … Senti,dico io, preoccupati un po’ della TUA di salute che nel futuro prossimo potrebbe peggiorare sensibilmente. Per mano mia, che il deumidificatore te lo fracasso tra capo e collo.
Ma come cazz ti è saltato in mente di regalarmi una roba del genere?
Questa è la domanda.

venerdì 14 ottobre 2011

GALLINA VECCHIA FA VENIRE L'ANSIA



Questo mese il mondo mi ha sbattuto in faccia il fatto che sto stagionando.
Si sa che per la donna media stagionare non è sinonimo di acquisire valore aggiunto come un buon vino bensì significa che iniziano a sentirsi quei fastidiosi scricchiolii prima del patatrac finale … Il vino con il passar degli anni diventa più corposo, la donna, specialmente la tipologia mediterranea, al massimo diventa più corpulenta.
Il dramma è che la mia età mentale si è fermata irrimediabilmente ai sedici anni e malgrado sia ormai chiaro che invece il mio fisico è andato oltre, non riesco ad accettare di essere ormai alla soglia degli enta.
Ora ditemi voi se sono io ad essere paranoica o se effettivamente, in occasione del mio ventottesimo compleanno, le persone intorno a me hanno colto l’occasione per darmi della vecchia di merda.
Padre: biglietto d’auguri con su disegnata la famigerata sopracitata bottiglia di vino (per altro una bottiglia di quelle che compri al supermercato per 4e99, mica un  Cabernet Sauvignon dell’83).  Il testo recita “INVECCHIANDO migliori, continua così”. A parte il fatto che continuo così sì,grazie al cavolo, o così o mi tocca morire giovane come James Dean. E comunque INVECCHIANDO lo dici a tua sorella, chiaro?!
Madre: telefonata canonica che si verifica immancabilmente ogni anno in cui mi ricorda che a momenti la faccio fuori perché ero già talmente pigra che non mi son presa neanche il disturbo di girarmi dalla parte giusta per nascere. Telefonata che quest’anno si è conclusa con la seguente frase: “Va beh, ti dico solo buon compleanno perché alla NOSTRA età gli anni è meglio non star più a contarli!” Ma porca di quella … Non voglio stare  a guardare il pallino, ma tu ne hai sessantasei benedetta donna!
Fidanzato: testo del biglietto “Inizi a diventare VECCHIA tesoro, ma gallina VECCHIA per me diventa sempre più bella”. Che se c’è una cosa che mi fa incazzare ancora di più della parola “vecchia” ripetuta per ben DUE volte è il “per me”. Perché il “per me” implica che son mica bella davvero, che lo sono solo per lui che mi vede con gli occhi dell’ammmmmore. Senti, testina, non mi fare uscir dai gangheri sul serio, che sono ancora un bel bocconcino e se non la pianti subito faccio come in quella vecchia pubblicità, cioè “esco e vado col primo che incontro”. Solo che io faccio che andar coi primi DIECI, per sicurezza.
Ma perché non vi accomodate tutti insieme un attimo affanculo?

giovedì 13 ottobre 2011

DALLA RUSSIA CON AMORE...



Prima di porsi il quesito se sia eticamente giusto puntare alla dichiarazione dei redditi di un uomo e se io sia pronta a rinunciare al mio Ben Stiller personale, si richiede un’indagine di mercato.
Ovvero, posso io ambire ad aggiudicarmi un marito ricco e con lui la possibilità di seguire le mie inclinazioni naturali e fare ciò che mi riesce meglio, vale a dire una beata fava per il resto della vita?
Ora, da quel che ho capito io le qualità base di una moglie trofeo sono fondamentalmente due: una pazienza infinita e una gnoccaggine stratosferica.
La pazienza  è vitale perché potrebbe capitare che il ricco di turno sia piacevole come il rumore delle unghie su una lavagna. Bisogna quindi essere in grado di annuire a tutte le vaccate che dice e di ridere quando il pirla è convinto di fare il simpatico. Qui si pone un grosso problema o meglio un limite che madre natura mi ha imposto sin dalla nascita. Quando qualcuno dice o fa qualcosa che ritengo idiota (e va detto che non essendo la tolleranza una delle mie doti di punta, questo capita diverse volte al dì) il mio sopracciglio sinistro, incontrollabilmente, si alza e si alza. A volte si alza talmente tanto che fa il giro da dietro la nuca e mi rispunta sul mento. Normalmente quindi la gente si rende un filino conto del fatto che la sto disprezzando con tutta l’anima. Senza contare che già con The Mentalist almeno due volte al mese devo respirare profondamente e rifugiarmi nel mio posto felice per resistere all’impulso di soffocarlo col cuscino mentre dorme al mio fianco, eppure lo amo. Figuriamoci quanto tempo ci metterei a finire in galera per l’omicidio di uno che neanche mi piace …
Problema numero due: la gnoccaggine stratosferica. Oramai viviamo in un mondo senza frontiere e ciò comporta che dovrei vedermela con un esercito di ventenni russe. Tali russe hanno tre vantaggi principali: due metri di gambe, l’esotismo della straniera e, non capendo una mazza di ciò che dice l’ipotetico pirla, un’ineguagliabile facilità a ridere sempre e comunque delle minchiate della preda.
Un amico mi ha generosamente consigliato di ostentare un accento slavo e di farmi di vodka liscia. Peccato che io l’alcool lo reggo malissimo e dopo due bicchieri della suddetta vodka si fanno pesantemente sentire i ventitre cromosomi calabresi che mi ha trasmesso quella santa donna di mia madre. Così inevitabilmente comincio a tenere comizi in modalità pescivendola e con una sensibile inflessione cosentina.
Sarò ancora in tempo per buttarmi sul mercato o son già da rottamare?

martedì 11 ottobre 2011

FACCIAMO I CONTI

Ieri ho tenuto da parte un regalino per voi...
Una serie di tre foto che illustrano perfettamente le fasi che attraversa The Mentalist quando fa i conti di quanto ha speso: la riflessione, la depressione e la disperazione più nera.
Tali fotografie risalgono alla vacanza che abbiamo fatto quest'estate in Australia.
C'è da dire che effettivamente le spese sono state un po' altine e per lui deve essere stato un duro colpo.
Aggiungo altresì che noi, beati come due pirla, eravam convinti di fare la VACANZA INTELLIGENTE. Al contrario era il periodo peggiore per andarci ( faceva un freddo maiale). Inoltre abbiamo rinunciato ad andare negli Stati Uniti perché "avevamo" paura di spender troppo. Alla fine della fiera abbiam fatto la vacanza più cara nella storia dell'uomo...



lunedì 10 ottobre 2011

roba da ricchi





Devo fare una triste ammissione.
Quando conobbi The Mentalist lo scambiai per ricco. Evidentemente il fiuto per gli affari non fa la sua comparsa a sorpresa all’alba dei  venticinque anni, o ci nasci o è meglio lasciar perdere.
Lui se ne stava lì con la sua camicia bianca da proprietario di barca a vela e invece di mischiarsi alla plebe aveva un tavolo. Ora, il fatto che mi sia fatta abbindolare da così poco racconta che benché i miei genitori si siano svenati per farmi frequentare scuole private e farmi sguazzare in mezzo ai ricchi, io dei ricchi veri non ho capito una fava.
Basti dire che ho poi scoperto che la camicia bianca da velista di The Mentalist è in realtà davvero LA camicia bianca. Difatti ne possiede in tutto UNA bianca e UNA nera.  E che il tavolo ce l’aveva perché il locale è di un suo caro amico che glielo dava super scontato. Questi che potrebbero sembrare dettagli insignificanti sono a dire il vero dati vitali per comprendere la forma mentis del soggetto riguardo al denaro.
Perché non solo non è ricco, ma l’unico milanese col braccino corto l’ho trovato io. Ebbene sì, The Mentalist è milanese DOC. Peccato che mentre nel mio immaginario il milanese è uno sborone pazzesco  che sciala a destra e a manca per far la bella vita, a quanto pare il lombardo vero programma persino l’acquisto dell’ammorbidente prima di procedere.
Pensate solo che a Capodanno 2007 abbiamo preso un taxi a Montecarlo. Ci costò ben cinquanta euro, che però è importante dire furono divisi tra cinque persone riducendo perciò la spesa a dieci euro a testa. The Mentalist ne fu così sconvolto che ogni tanto ne parla ancora. E sono certa che a tutt’oggi abbia incubi terribili a riguardo. Quando succede me ne accorgo, perché dorme in posizione fetale e scalcia e mugugna, come i cani quando sognano di essere inseguiti da un cinghiale di due tonnellate.
Ma come si riconosce un ricco vero? E soprattutto, sono ancora in tempo per aggiudicarmene uno?