domenica 28 ottobre 2012

CHE FAI SABATO?





Sarà l’aria, sarà l’acqua, sarà la tequila, ma è un periodo che le mie serate hanno sempre un che di surreale.
Ieri notte, me ne tornavo tutta contenta da una festa. Giro l’angolo della via di casa mia e cosa vedo?
Un tipo, fermo sotto la pioggia gelata, vestito di tutto punto. Col pisello di fuori.
Giuro. Questo se ne stava lì, immobile, con tutto l’ambaradan al vento.
A me la prima cosa che è venuta da dire è stata: “Ma TI PAAAAAAARE?!”
Poi, siccome avevo bevuto una cosetta e mi era venuta la ciucca filosofica, non me la son presa più di tanto e mentre cercavo le chiavi di casa gli ho solo fatto presente che probabilmente se lo bagni si restringe ancora di più.
Stamattina, dopo essermi domandata perché l’universo avesse deciso che la mia serata dovesse concludersi con un’immagine del genere, mi sono poi chiesta:”Ma questo qua, avrà degli amici?”
E allora mi sono immaginata lui, possibilmente con la patta chiusa, con un suo amico. Sapete, tipo:
“Che fai sabato sera?”
“Ah no, sabato non ci sono, mi metto all’angolo col pisello di fuori!”
Va beh, magari ci dormo ancora un po’ su …

domenica 21 ottobre 2012

LA PRIMA IMPRESSIONE




Recentemente abbiamo parlato delle più fastidiose reazioni che un uomo può avere in seguito ad un 2 di picche (vedi post BISOGNA SAPER PERDERE).
Non si può evitare di affrontare un altrettanto doloroso argomento: l’approccio.
Partiamo dal presupposto che non sopporto le donne che fanno le odiose. Ti stanno comunque facendo un complimento perciò, tesoro, fai uno sforzo, sorridi e dì “grazie”, per la miseria! Va però detto che in alcuni casi se speri che risponda gentilmente alla vaccata che ti è appena uscita dalla bocca, mi stai chiedendo l’impossibile.
Ecco qui un breve estratto dei peggiori incipit da baccaglio:
-         “Hai DUE occhi …”
Oddio, meno male, non sai che sollievo!
Va beh, se non altro sai contare almeno fino a 2 …
Seconda variante:
-         “Hai degli occhi stupendi!”
Grazie, però mi sento un tantino turbata perché a giudicare dalla direzione del tuo sguardo, ce li ho più o meno all’altezza delle clavicole.
-         “Penso che dovremmo andarcene subito a casa mia!”
Non so se sono più stupita dal fatto che pensi e hai elaborato questo concetto tutto da solo, dalla tua faccia da culo o dal fatto che se fai così magari qualche volta ti è andata pure bene.
-         “Sei veramente antipatica …”
Ora, secondo la psicologia inversa più spicciola, penserai che a me venga un’incontenibile voglia di dimostrarti che ti sbagli. Errore. Io invece voglio darti la soddisfazione di aver ragione almeno una volta nella vita, sottolineando così peraltro che sì, io sono odiosa, ma tu sei un imbecille masochista per il semplice fatto di essere ancora qui.
-         “Ci siamo già visti da qualche parte, vero?”
Impossibile. Uno originale come te me lo ricorderei, credimi.
-         “Guarda non mi capita mai, ma tu mi fai veramente sangue!”
Sorvolo su quel “MAI” che è talmente incredibile che sarebbe troppo facile appigliarvisi. Anche tu mi fai veramente sangue. Dal naso però.

E potrei proseguire per pagine e pagine, attingendo alle esperienze di amiche e conoscenti, però evito.
Dico solo che … Pare che la prima impressione sia quella che conta perciò … Studiatevela 5 minuti in più per l’amor del cielo!!!

mercoledì 17 ottobre 2012

NON VEDO, NON SENTO E PERÒ PARLO



Probabilmente vi ho già detto che il daddy, oltre ad essere cieco come una talpa, non ci sente.
Chiaramente, questo è un problemino che col passare degli anni non può certo migliorare.
Non glielo si può far pesare, ovvio.
Però, se permettete, del fatto che anche quando non capisce cosa gli si sta dicendo fa finta di niente e risponde, gliene faccio una colpa eccome.
Passino le volte in cui a farne le spese è lui. Tipo:
“Papà io esco!”
“A-ah…”
Poi due ore dopo sente armeggiare alla porta me che rientro e mi devo tuffare a strappargli il telefono di mano prima che chiami il 113. “Ma io pensavo fossi in camera tua!”
E niente …
Di solito, se ce l’ho davanti, ormai dalla faccia che fa riesco quasi sempre a sgamare se non ha capito un’emerita mazza.
Ci sono però occasioni in cui,errore mio per carità, gli urlo da un’altra stanza e il suo rispondere a cazzo di cane provoca dei danni.
“Papà, la lavatrice ha fatto la centrifuga?”
“Sì!”
E invece no, porca di una miseria, che l’ho aperta e mi si son rovesciati sui piedi 20 metri cubi d’acqua.
Ieri poi, bisognava portare le urine del cane dal veterinario. Sorvoliamo per il momento sulla tristissima immagine della sottoscritta che alle sette meno un quarto del mattino passeggia Petra con su i guanti di lattice e si scaglia con mossa da ninja ad alzarle la coda per infilarci sotto il bicchierino in tempo. La visita era fissata per il tardo pomeriggio.
Perciò quando torno su, tenendo il bicchiere delle urine alto come la Coppa dei Campioni,urlo:
“Secondo te la pipì del cane va in frigo fino a stasera?!”
“Ma vvvvvva!”
E allora, se me lo dici con tutta questa convinzione, io la lascio fuori.
Serve che vi dica che il veterinario mi ha sputato in un occhio, ha buttato via il bicchiere pieno e mi ha costretto a passeggiare il cane per circa un’ora davanti allo studio nella speranza che la rifacesse? Serve che vi dica che il cane non l’ha fatta manco per niente e stamattina ho dovuto rifare la mossa sotto casa, con grande ilarità del vicinato, e portare le urine nuove fino dal veterinario?
Ora, dico io, MA COSA MI RISPONDI COSE A CASO?!
Che se poi glielo fai notare, lo sapete che risponde?!
“Eh, ma TU FARFUGLI!”
Ma ssssanta pazienza …




lunedì 8 ottobre 2012

BISOGNA SAPER PERDERE


Generalmente dalla bocca di un uomo che ci sta provando escono delle perle eccezionali. Ci dedicheremo perciò diffusamente alla spunta delle migliori/peggiori tecniche di abbordaggio.
Oggi però affrontiamo un fenomeno che mi fa decisamente girare i maroni. L’incapacità di incassare.
Perché non puoi provarci e poi comportarti da stronzo. E invece, a quanto pare, possono. Appena capiscono che probabilmente non gliela darai, si trasfigurano come Jack Nicholson in Shining.


Ecco qui un breve sunto delle più fastidiose frasi che un uomo può dire in seguito ad un 2 di picche:
-          “Sì, ma non te la tirare!”
Sssenti, non me la sto tirando, è solo che mi fai ribrezzo. Se hai un po’ di tempo libero, ti metti qui buono buono e aspettiamo insieme che passi qualcuno più interessante di te, così ti faccio vedere QUANTO POCO me la tiro.
Tale categoria a volte peggiora in base alla collocazione geografica, come posso testimoniare per esperienza diretta. E lì si sfocia, per esempio, nel:
-          “Ou, ma non te la tirare, SEI AD IBIZA!”. Oh scusa, hai ragione, ma a cosa stavo pensando?! Lasciami solo telefonare un attimo al mio agente di viaggi per assicurarmi che nel mio pacchetto sia compresa la GONORREA.
-          “Minchia, sei proprio acida, fattela una scopata ogni tanto!”
A me quest’idea che il pene possa risolvere qualsiasi problema, persino la fame nel mondo, non ha mai convinto molto. Però, guarda, se me lo dici tu, che CHIARAMENTE sei un luminare e non un morto di figa,mi fido. Facciamo così però: la geniale diagnosi l’hai fatta tu, ma il problema me lo faccio risolvere da un altro, che ne dici?
-          “-------------------------“
Ovvero, ti ho martellata tutta la sera, ti ho chiesto 25 volte di venire a casa mia, ti ho mandato messaggi a dir poco patetici da ubriaco e però quando poi ti rincontro FACCIO FINTA DI NON VEDERTI. Accidenti, sei un drago! Adesso passerò tutta la sera a chiedermi cosa ho fatto IO di sbagliato perché un uomo così meraviglioso non mi saluti nemmeno più e cosa posso fare per piacerti di nuovo.

Cheppppppena … Poi, diciamo la verità. A me un uomo che sa accettare la sconfitta con stile piace.
Perciò …
SE NON SAI PERDERE, NON DOVRESTI NEANCHE PROVARCI.

venerdì 5 ottobre 2012

LA VITA NON è UN FILM


Le cose non vanno mai come al cinema. Per dirne una, stai pur sicuro che se speri di incontrare qualcuno, magari girandoti coi capelli che ondeggiano al ritmo della tua canzone preferita al centro della pista, anche se vivi a Torino e non a Città del Messico e esci tutte le sere non lo vedi MAI. O al limite i vostri sguardi si incroceranno proprio mentre stai raccogliendo la popò del cane (che tra l’altro nel mio caso specifico il più delle volte ne fa una TONNELLATA).
Quello che sto cercando di dire è che la vita reale ammazza la poesia. Che la storia che le piccole cose sono intrise di magia è una cagata pazzesca.
Prendiamo un esempio semplice semplice.
L’altra sera mi sentivo proprio poetica. Ma davvero. Passeggiata col cane, una comunione di anime che trotterellano felici di stare insieme al tramonto nella cornice del Valentino e dei Murazzi. Mi sentivo in un film francese.
Bene. Parto da casa e già da subito è palese che il cane di fare questa bella girata non ha un cazzo voglia.
Il veterinario continua a dirmi che devo farla muovere di più, ma qua se c’è qualcuno che fa attività son giusto io che me la sono trascinata per 12 kilometri come un tappeto arrotolato di 50 kg.
Ai Murazzi voleva farsi il bagno nel Po, però io ho deciso che la preferisco con una testa sola. Che le anatre  che ci vivono dentro stanno subendo una mutazione che, secondo una mia precisa teoria apocalittica, le porterà ad ammazzarci tutti nei nostri letti. Tra l’altro penso di aver visto galleggiare uno stronzo. Che anche nella stupenda luce del crepuscolo, sempre uno stronzo è.
Al Valentino ha visto uno scoiattolo (che nella realtà altro non è che un ratto con la coda più figa) e mi ha praticamente disarticolato una spalla per inseguirlo.
All’altezza di Lungo Po Antonelli ha cominciato a scapparmi la pipì. Lei ha deciso che era stanca e si è seduta. Me la son tirata dietro fino a casa cristonando come se non ci fosse un domani.
Ah, per la metà del tempo, la colonna sonora non è stata quella del Favoloso mondo di Amelie, bensì un signore a cui era scappato il cane e che urlava:”Saaaaaaaaara!Vieni qua! Vieni ssssubito qua! Porca troia, stavolta t’ammazzo quant’è vero Iddio!”
Sono arrivata a casa con l’acido lattico che mi usciva dalle orecchie, le caviglie massacrate dalle zanzare e in polemica forte col cane.
Non lo so, magari sono io che son morta dentro, però scusatemi se tutta ‘sta poesia non l’ho vista.
Magari è davvero un problema mio. Perché guardando una coppietta che cenava a lume di candela su un barcone sul fiume l’unica cosa che mi è venuta in mente è la pantegana gigante che ne avevo visto uscire poco prima che si scrolla, si siede a tavola con loro e chiede:”Sa’ ragazzi avete già ordinato?”
Eh no, la vita non è un film.


lunedì 1 ottobre 2012

DONNE AL VOLANTE ...




Sulle donne al volante si dicono sempre le solite cose: non vanno avanti, non sanno parcheggiare, si riconoscono anche se non vedi chi è al volante. Insomma, saremmo delle ritardate su 4 ruote. Però ci saranno delle eccezioni, no?
Sì.
Ecco, io per esempio non sono ritardata. Sono il tuo peggiore incubo.
A me le lezioni di guida le han fatte quattro amici maschi. Che coscienziosamente pensavano che insegnarmi a fare i freni a mano nel parcheggio delle Gru fosse la base. Possibilmente con giù mezzo metro di neve.
 Io in macchina perdo la testa. Mi trasfiguro. Divento un hooligan.
Io sono la stronza che se un decimo di secondo dopo che è scattato il verde non parti, ti suona.
Sono quella che al semaforo ti si affianca e avanza impercettibilmente perché ti vuole bruciare.
Sono la squilibrata che se per sbaglio non le dai la precedenza, ti inchioda a un millimetro del cofano e poi ti insegue per insultarti. Che anche se sei gigantesco, tra i due sono io che urlo “Che faccio? Scendo?! Scendo?! Devo scendere?!” Roba che mia madre accende i ceri per me perché è convinta che prima o poi finisco accoltellata a una rotonda. Ultimamente è addirittura riuscita a dirmi:” Guarda, se devi far così, io mi prendo il 42, però tu almeno tieniti il crick sotto il sedile …”
Di notte poi sono addirittura magica. Riesco a suonare il clacson nella maniera più molesta possibile, farti i fari e il dito medio tutto nello stesso momento. Neanche la dea Kalì …
Perciò, se vedete una C4 blu scuro, magari nel dubbio … Levatevi di mezzo. Veloci.