mercoledì 17 aprile 2013

SONO SOCIOPATICA(?)


Guardate che io mi rendo conto.
Vale a dire, malgrado il fatto che tutti i tarati che capitano sulla mia strada farebbero  sentire perfettamente normale anche Hannibal Lecter (che per altro, a parte l’opinabile passione per la carne umana, sarebbe probabilmente una personcina piacevolissima), io ogni tanto mi interrogo comunque anche sulla mia di normalità.
Sopporto più nessuno.
E però voglio che sappiate che, consapevole di non poter andare in giro con la faccia che generalmente mi viene da fare di fronte a quasi tutte le creature viventi, io MI SFORZO.
Ma davvero.
Persino i miei amici ogni tanto (specialmente quando sono particolarmente, diciamo, “in vena”) mi rifilano il classico: “Eh, ma puoi mica far così!”.
E LO SO. Lo so che l’eccidio di massa non è un hobby sano. Lo so.
E infatti, come dicevo, mi sforzo.
Giuro.
Alle volte, scusate, ma sono persino fiera di me. Arrivo a casa e mi do una pacca sulla spalla da sola. Brava, oggi sei stata proprio BRAVA.
Oggi però mi è arrivata una cosetta che mi fa sospettare che forse forse non sono poi così brava …
Trattasi di una foto della cena del liceo a cui ho partecipato lunedì sera. E io che ero sicura di aver mostrato un adeguato livello di entusiasmo.
Parrebbe di no. Parrebbe che abbia inghiottito per sbaglio del detersivo per i pavimenti. Che stia sorridendo pensando a quando li avrò tutti nella cantina di casa mia.
Ho letto da qualche parte che il sociopatico non è capace di provare emozioni umane. Sì, però è assolutamente in grado di fingerle, sembrando del tutto normale.
E allora mi sa che devo ancora un po’ aggiustare il tiro.


lunedì 8 aprile 2013

NANI E BALLERINE


Allora, oggi mi preme condividere con voi una questione della massima importanza che mi turba ormai da qualche tempo.
Partiamo da un presupposto: l’altezza.
Ora, io presumo potrei essere considerata altina. Insomma un pochino sopra la media, ma niente di che. Sicuramente alle giraffe non guardo negli occhi e agli elefanti non parlo negli orecchi.
Vi starete domandando dove vuole arrivare questa premessa.
Bene, andrò dritta al punto.
A quanto pare, ci sono due tipi di calzature femminili che al maschio italiano non vanno proprio giù. Eccole qua:


Ora, io non voglio mettermi a sindacare, i gusti son gusti.
E però mi son fracassata i tre quarti di vedere, per esempio su Facebook, spiritossimi link di questo genere:

Chiariamo un paio di punti:
Secondo te, alle due di pomeriggio, per portare fuori il cane, cosa dovrei mai mettermi ai piedi?

Ma tu, tu che pretendi che la tua accompagnatrice si tappi come una modella di Marie Claire, cos’hai da offrire in cambio? I tuoi preziosi consigli di stile? Che mi basta dire che ho avuto un fidanzato che era convinto che avere i boxer uguali alla camicia fosse il massimo dello chic e uno che si metteva la tuta anche per andare a cena fuori.

Anche noi soffriamo indicibilmente davanti ai vostri costumi a mutanda  (senza menzionare quanto mi crolla la libido a sentire certe puttanate inascoltabili), ma ce la mettiamo via con rassegnazione.

Il 90% delle volte  a sostenere tale acuta teoria sono degli SGABELLI che, non contenti, completano il ragionamento con la sempreverde affermazione che “la donna con i tacchi alti è un’altra cosa”. Non fraintendetemi, io sono uscita con un sacco di bassini, non è mica un problema. E però evitassero di esternare questi loro punti di vista, perché allora te la cerchi eh.. Ma senti, caro il mio corto delatore delle ballerine, mi spieghi come minchia osi?! In primis, magari sei anche carino, ma di quel carino che non so se baciarti o sistemarti in giardino. E in seconda battuta, sei almeno cosciente del fatto che se mi metto i trampoli riesco a vedere ESATTAMENTE in quale zona della testa stai iniziando a perdere i capelli?

Allora, mettiamoci bene d’accordo una volta per tutte, che mi pare che la questione cambi un po’ quando pare a voi. Qualche centimetro la differenza la fa sì o no?!

La mia risposta può essere riassunta dal ritornello di questa canzone:


Perciò, “I don’t care, I love it!” e se le mie scarpe vi provocano una reazione di tale orrore, pazienza, me ne farò una ragione.
 Del resto di sgabelli tolleranti è pieno il mondo.