martedì 17 luglio 2012

LA NOTA ONESTà DEGLI ALBERGATORI.


Come promesso, ecco il seguito del mio travagliato weekend in Liguria.
L’albergo mi è stato consigliato da un amico, ma, data la mia diffidenza nei confronti di chiunque cammini su due zampe, prima di prenotare ho dato un’occhiata al sito internet. Mi ha convinto! Si parte.
L’hotel si trova “in posizione tranquilla, a soli 500 metri dalla spiaggia” … Eh sì, sto cazzo!!!
Tolto il fatto che al massimo IN LINEA D’ARIA saranno 500 metri, la “posizione tranquilla” è in cima ad una salita che nella prima parte vanta una pendenza del 70%, l’ultimo tratto invece si può fare praticamente solo in cordata.  Ad un certo punto credo di aver visto dei condor volarmi in cerchio sulla testa, ma non ne sono certa perché a quell’altitudine si sa che l’aria rarefatta può dare allucinazioni. Di fianco a me le macchine rallentavano per guardarmi. Secondo me non hanno MAI visto nessuno farsi quella salita a piedi. Anzi, secondo me non siamo nemmeno più in provincia di Albenga. Al telefono, il simpatico albergatore aveva avuto il coraggio di descrivere ‘sto picco satanico come una “lieve pendenza” che i suoi clienti ultraottantenni affrontavano più volte al dì senza problemi.
Ora, scusate se appena arrivata, dopo aver ripreso a respirare quasi normalmente e a vedere pressoché non a macchie colorate, gli ho domandato dove li seppellivano gli ultraottantenni e se la sua massima preferita era “VEDI ALASSIO E POI MUORI”. Non ha riso.
“Tutte le camere sono dotate di TV e condizionatore”. A’ ri-stocazzo. Nella mia non c’era neanche l’impronta sul muro a testimoniare almeno un precedente passaggio del favoleggiato condizionatore. Tra l’altro, quando il gentile oste è venuto in camera mia per cercare di far funzionare la modernissima televisione, dopo 30 secondi si è arreso dicendo “boh, io non so che farci, me ne vado che qua fa un caldo bestia”. Ah, carissimo, te ne sei accorto che in questa cella ci sono 50 gradi? Mmmmma sei senza vergogna però eh!
“La maggior parte delle camere è con vista mare”. Ma tipo tutte tranne la mia?! No, perché l’albergo era mezzo vuoto, ma io sono riuscita comunque ad aggiudicarmi una deliziosa stanza vista cortile con stendibiancheria. E poi ancora, poiché nel rilassante silenzio della notte ligure ho anche potuto notare, e apprezzare immensamente, la vista GENERATORE con relativo ROMBO DI FONDO.




Grazie, grazie ancora, ridente Liguria, per la bella accoglienza riservatami.
E grazie, categoria degli albergatori, per la tua onestà, limpidezza e disponibilità.
E scusatemi, davvero, però … Andate in culo va’.

lunedì 9 luglio 2012

LA FAMOSA OSPITALITà LIGURE




Come forse avrete già intuito, ultimamente sono stata un paio di giorni al mare.
La faccenda è nata più o meno così:
Il mio amato bene mi ha comunicato con la consueta sensibilità che se ne sarebbe andato via per il weekend con gli amici. Al che io, che sono una ragazza matura, comprensiva e nient’affatto vendicativa, gli ho risposto: “ Esticazzi, allora ci vado pure io.”
Da brava torinese, il primo posto che mi è venuto in mente è stata la cara, vecchia Liguria. Grosso errore.
Partita alla ricerca di un po’ di felicità, di calda ospitalità e di un minimo di gentilezza, sono stata investita da un oceano di vaffanculo. Ho passato praticamente 48 ore a farmi mandare a cagare da chiunque.
Come ho potuto dimenticare ciò che chiunque sia stato anche solo una volta in Liguria sa perfettamente. E cioè che in Liguria hanno la folcloristica abitudine, tramandata di generazione in generazione sin dalla notte dei tempi, di trattare di mmmmerda la categoria dei turisti.
Effettivamente, se sei così coglione da spendere un patrimonio per passare due giorni in un posto dove la spiaggia è lunga mezzo metro e l’acqua somiglia in modo impressionante a quella del Po, per altro dopo esserti auto inflitto 4 ore sul treno regionale più caccomerdoso in circolazione, un po’ te lo meriti.
Però a tutto c’è un limite, dai …
Ecco qua, brevi stralci di dialoghi avvenuti in quel magico finesettimana:
“Buongiorno, cortesemente, avrebbe mica un lettino libero per oggi?”
“Eh già, uno arriva qua il 30 di giugno e vuole pure il lettino … Ma io non lo so, va’ va’ va’ …”

“Un caffè e due bottigliette d’acqua naturale per favore”
La tipa mette sul bancone due piattini e una bottiglietta d’acqua.
“Mi scusi, le avevo chiesto UN caffè e DUE bottigliette”
“E dirlo prima che adesso ormai li ho fatti i due caffè?! Santo Dio, la giornata comincia già male!”

“Buongiorno, scusi, potrebbe per cortesia avvisarmi quando arriviamo alla fermata di Ceriale?”
“No, guardi, io non l’avviso manco per niente, che ad Albenga mi danno il cambio”

E potrei andare avanti pagine e pagine, tant’è vero che dell’albergo dove son finita vi racconterò nel prossimo post perché ne merita uno intero, credetemi.
Inutile che vi dica come mi ha rigenerato un weekend nella sorridente Alassio …

LIGURIA, UN LUOGO MAGICO DOVE ANCHE TU PUOI SENTIRTI UNO STRONZO.

martedì 3 luglio 2012

GLI SVEDESI SONO PERSONE MOLTO PULITE


Ieri stavo tornando in treno dal mare e mi sono ritrovata a dividere lo scompartimento con una simpatica famigliola svedese.
Che gli svedesi ci tenessero proprio tanto a lavarsi i denti già si sapeva …



Ma ora posso testimoniare che gli svedesi sono in generale delle persone molto molto pulite, mica solo i denti!
Appena seduti, la mamma svedese tira fuori delle salviette igienizzanti che distribuisce al papà svedese, al figlio svedese e al figlio piccolo svedese. Non so bene a base di che cosa fossero tali salviette, ma a giudicare dal delizioso profumo che si è subito diffuso nello scompartimento, azzarderei acido muriatico.
Finita l’operazione salviette la mamma svedese è poi passata a distribuire il gel antibatterico all’aroma di tritolo e candeggina.
Finalmente la famiglia svedese può mangiare un bel biscotto.
Peccato che dopo il biscotto l’intera scena si ripete.
Dopo cinque e dico cinque minuti la famigliola decide che ci sta pure di mangiarsi un pezzo di cioccolato. E via di salviette e antibatterico.
Credo che poi abbiano rimangiato i biscotti, ma non ne sono sicura perché ho fatto giusto in tempo a pensare:”Ma come fanno ad avere ancora tutte le dita?!” che la vista mi si è annebbiata e ho perso i sensi.
Fortuna che mi son svegliata a Genova Principe.
Son tornata a casa e ho raccontato al daddy che a Genova in stazione di sono i draghi che obliterano i biglietti e gli unicorni che fanno da panchine e lui mi ha fatto un test antidroga aiutato dal cane.