mercoledì 25 aprile 2012

CONVERSAZIONI AI CONFINI DELLA REALTà


Ormai si sa che Dementalist è un soggetto disturbato. Si sa che è un curioso animaletto afflitto da diverse turbe. Si sa che non è esattamente quel che si dice un fine comunicatore.
Chiaramente, nel corso degli anni, ho fatto l’abitudine a molte delle sue manifestazioni patologiche. Ma ce n’è una che francamente non ha ancora smesso di sconvolgermi.
Per farvi comprendere vi faccio un esempio di conversazione ai confini della realtà:
Io:” Certo che ogni tanto potresti anche dirmi che hai passato un weekend meraviglioso, che sono stupenda e che sei proprio fortunato a stare con me!”
Lui:”Infatti, l’ho appena detto!”
Io:”Ma quando?!”
Lui:”Adesso.”
Io:”Ma ccccazzo dici? Adesso quando?!”
Lui:”Adesso adesso.”
Io:”No, guarda, mi sa che sei un po’ confuso, ero io che parlavo.”
Lui:”Ma sei sicura?”
E ma son sicura sì, santo cielo, va bene il discorso che siamo due corpi e un’anima, ma se la frase viene fuori con la MIA voce son quasi certa di averla detta io …
Ma come si fa a discutere con uno così …


lunedì 23 aprile 2012

SIAMO POVERI


Eeeeeh … È proprio un periodaccio.
Tralasciando per un momento le vicissitudini della mommy, è il daddy la croce più pesante da portare.
Ciò che non sapete è che mio padre in media una volta all’anno va in crisi nera. L’emergenza comincia sempre con la frase: “Qua bisogna che iniziamo a rivedere la contabilità”. Niente di grave, penserete voi. Errore. Perché questa innocua frase altro non è che il primo, chiaro sintomo dell’inizio del tragico ragionamento paterno che lo porta immancabilmente a capire che “SIAMO POVERI”.
Quest’anno è peggio. Il daddy ha smesso di lavorare. Ciò significa non solo che ovviamente siamo ANCORA PIÙ POVERI, ma soprattutto che ce l’ho TUTTO il giorno in mezzo ai maroni.
Ora, per darvi un’ idea della situazione vi illustro un paio di cosette:
Primo: ha smesso di fare colazione al bar perché “non ce lo possiamo permettere”. Al mattino si fa una scodella di latte coi cereali del discount che mangia con espressione mesta.
Secondo: non mi permette di accendere il forno perché “per scaldare delle porzioni così piccole non ha senso sprecare elettricità”. Considerato che siamo solo in due, probabilmente non lo accenderemo mai più.
Terzo: insiste perché mi faccia la doccia nel suo bagno perché nel mio il boiler è elettrico e nel suo è a gas.
Quarto: mi ha ripetutamente chiesto perché Dementalist non si porta il cibo da casa.
Quinto: dalla sua bocca escono frasi come: “Ormai dovrò abituarmi ad alzarmi da tavola con la fame”, “Quant’è che costano queste scatolette di pappa per il cane?! Adesso le cucino io qualcosa di adatto”, “Dobbiamo avere uno stile di vita più frugale” e, rullo di tamburi, “Tu cosa ne pensi del suicidio assistito? Va beh, fa niente, tanto è a pagamento e non me lo posso permettere”.
Il tutto condito da andatura da mummia egizia, espressione lugubre e scuotimenti di testa continui.
Non s’affronta.
Non resta che sperare che, come tutte le altre volte, presto gli propongano un altro lavoro, magari all’estero.
Dal canto mio, per tirarlo su di morale, gli ho fatto presente che non si deve abbattere perché può sempre suicidarsi con mezzi propri. Solo evitasse di provare ad ammazzarsi col gas, che se poi sopravvive e arriva la bolletta chi lo sopporta più.
Buona settimana …

venerdì 6 aprile 2012

COMPRACI, NOI SIAMO IN VENDITA!

Nei giorni scorsi, si è molto parlato di una nota fashion blogger italiana che si un tantino montata la testa. Ormai non si degna di partecipare ad un evento se non le viene offerto un compenso a quattro zeri.
La faccenda mi ha fatto riflettere.
Ora, non vorrei che voi, stimati lettori del mio blog, pensaste che sia successo anche a me.
A parte il fatto che sfortunatamente, ormai io ci ho fatto l’abitudine a non essere pagata nemmeno quando lavoro, vi espongo il mio listino prezzi.
Il pacchetto comprende Dementalist e me. Siamo disponibili per compleanni, battesimi, cresime, matrimoni, funerali, serate … Insomma, SIAMO DISPONIBILI.
Basta che almeno ci date da mangiare. Anche di nascosto. Tanto, pensandoci bene, io la dignità credo di averla persa all’incirca nel 1987 e Cervello temo non abbia neanche ancora ben chiaro il significato della parola, perciò …
Per una cena gratis siamo disposti a spostarci in tutta Italia, richiedendo solo il rimborso spese del treno. In seconda classe chiaramente, giusto perché la terza l’hanno abolita. Ma anche con mezzi diversi, per esempio a dorso d’asino (però sia chiaro che l’asino lo fornite voi, perché Dementalist poi mi si stanca se il posto è lontano).
Accettiamo qualunque offerta libera, compresi polli (possibilmente non vivi, che poi non abbiamo il coraggio di tirargli il collo e ci tocca mantenere anche lui), scaldabagno e cibo per cani.
Bene, se pensate che il nostro intrattenimento valga bene un panino con la mortadella, non esitate a contattarmi!

martedì 3 aprile 2012

LA GANG DELLA 507



     

Come sapete, la mommy è in clinica per la riabilitazione.
Detta clinica ha le sembianze di un carcere dell’Ottocento. Pareti verdine, stanze anguste, infermiere gigantesche con delle braccia da lottatore di sumo, finestrella con vista su cantiere e sbobba immangiabile. Un po’ tristuccia insomma.
Va detto però che la supermami e le sue compagne di sventura combattono con tutti i mezzi possibili.
Praticamente hanno formato quella che io chiamo LA GANG DELLA 507.
Le compagne di stanza della mamma si chiamano Andreina e Giuseppina e hanno rispettivamente 82 e 81 anni. Giuseppina è fichissima. Ha avuto un ictus e perciò ogni tanto vorrebbe dire una cosa, ma non le viene la parola. Noi non la aiutiamo perché se no rischia la squalifica dai campionati della corsia (e perché siamo bastarde, ecco). L’altro giorno è andata avanti mezz’ora cercando di spiegare che in passato aveva preso un farmaco … Ma sì, quello che ti fa gonfiare un sacco … Dai, che avete capito … E avevamo capito sì, però nessuno ha suggerito la parola magica “cortisone”, così alla fine lei, superaffaticata, si illumina tutta contenta e fa:” Ecco, ce l’ho, prendevo il METADONE!”.  La cosa più bella è che poi quando ha capito, rideva più lei di noi.
Il pensiero fisso di Giuseppina è il sottofiletto. Non vede l’ora di andare a casa per scongelare quello che ha in freezer e mangiarselo beatamente.
Andreina invece è un po’ in pena per i suoi gerani.
Comunque, le tre hanno fatto fronte comune. Anzitutto contro il fisioterapista, che nella gioiosa stanza 507, viene ormai chiamato solo con l’amorevole soprannome di “quello stronzo”. Che se non fa attenzione prima o poi si ritrova annodato alla sua amata cyclette, quello stronzo.
Inoltre, hanno organizzato un fruttuoso contrabbando dall’esterno di fette biscottate e grissini, che tengono nascosti nei comodini sotto la biancheria.
In più si fanno fare la messa in piega dalla sorella di un ricoverato nella stanza a fianco, parrucchiera in pensione. Come merce di scambio, permettono al suddetto fratello di usare il loro bagno che è l’unico del reparto che abbia un lavandino dove ci si può lavare i capelli senza allagare tutto.
Una volta a settimana io, in accordo con un negozio sotto casa, porto a visionare le ultime novità della collezione primavera/estate di camicie da notte  e pigiami. Loro scelgono e io riporto indietro quello che non è piaciuto.
Ditemi voi se non è un’organizzazione di stampo criminale …
Attenti alla GANG DELLA 507.