lunedì 24 giugno 2013

PAESE CHE VAI, COGLIONE CHE TROVI.





Come i più assidui lettori di questo blog già sanno, ci sono due cose di me che non si possono negare.
Viaggio spesso e attiro i coglioni come se fossi l’ultima donna del pianeta.
Unendo queste due personali caratteristiche, oggi ho pensato di regalarvi (ovvio più alle donne, anche se gli uomini qualche trucchetto potrebbero sempre segnarselo) un piccolo vademecum dei deficienti che potreste incontrare in giro per il mondo.
Perché del resto si sa, ESSI sono ovunque. Però le modalità cambiano.
IL TEDESCO: impassibile. Puoi fissarlo, fingere di inciampare/svenire, passargli davanti coperta solo da tre adesivi a forma di stellina, incollarti una freccia luminosa sopra la maglietta che gli indichi qual è la via più breve per arrivare al traguardo …  NIENTE. Perciò, se proprio ‘sto tedesco che avete incontrato somiglia a Thor e non potete evitare, conviene andar dritte e spiegargli in termini semplici che gradireste regalargliela come se non fosse vostra. PIGRO.
IL CUBANO: lui, nel dubbio, MUORE. “Se non mi parli, morirò”/”Se non esci stasera con me, morirò”/”Se non mi dai un bacio, morirò”. MACABRO.
L’AUSTRALIANO: ti rintrona di domande fino allo svenimento. Mostra una capacità di parlare senza respirare non indifferente, va detto. POLMONI D’ACCIAIO.  A lui interessa TUTTO. Da quanto sei arrivata in Australia, dove sei già stata e dove andrai, cosa ti è piaciuto di più, cos’hai mangiato, che tempo faceva … Non c’è una fine. E soprattutto ti resterà sempre il dubbio se voleva farsi te o il tuo bancomat, che ormai gli hai detto anche il pin. INQUIETANTE.
IL MESSICANO: ti ama. Forte. Peccato che per anche un mese intero riesce a non chiamarti MAI per nome. Tu sei “reina” (regina), “princesa” (principessa, che poi dopo “reina” è pure sottotono), “linda” (bella), “guapa” (figa), “amor”, “mamacita” (bella figa) e chi più ne ha, più ne metta. Provate a fargli la semplice domanda:”Sì, ma io come mi chiamo?!”. La risposta più precisa che ho avuto è stata:”ITALIANA!”. Se non altro ha azzeccato la nazionalità. APPROSSIMATIVI.
IL THAILANDESE: NON PERVENUTO.
L’ARGENTINO: aaaah, che soddisfazioni mi han dato l’ultima volta. Se ne sono usciti con una tecnica nuova nuova. Lui “VEDE LA TUA AURA”. Sul serio, non sto scherzando. In una settimana ne ho beccati almeno tre che volevano conoscermi perché “ho un’aura incredibile”. Io di queste cose spirituali non me n’intendo, però una cosa l’ho capita. L’aura deve essere più o meno in zona tette. PARACULI.

BUON VIAGGIO! 

venerdì 14 giugno 2013

FIGURA DI MERDA

Eccoci qua.
Mi si fa sovente notare come io sia un tantino stronza nel rendere pubbliche le figure di merda altrui. Effettivamente ho una certa tendenza al ricordare al mio prossimo le stronzate fatte più o meno finché campa.
Dato però che non sono insensibile all’opinione dei miei lettori, oggi, ECCEZIONALMENTE, ci concentreremo su di me.
Ora, io sono l’Imperatrice della Figura di Merda. La Capofila Indiscussa della Coglionata. Il Leader Totale del Partito “Sì, questa cagata è uscita dalla mia bocca!”.
Sorvolando sul fatto che quando bevo è pure peggio, che ormai lo sanno tutti che dar da bere a me è come dar da mangiare a un gremlin (da Wikipedia: entità il cui allineamento è orientato verso il male) dopo mezzanotte e che infatti mercoledì sera ad una festa sono andata da un tipo che viene in palestra con me e gli ho delicatamente chiesto se è frocio perché in palestra lo pensiamo tutti (da notare che prima di mercoledì non ci eravamo mai detti neanche “ciao”), anche da sobria mi difendo bene.
Tanto per dirne una, durante il Salone del Libro ho chiesto alla mia collega di stand se avesse qualcosa da mangiare. Lei mi ha gentilmente allungato un pacchetto di cracker. Io l’ho guardato schifata e con grande classe ho detto:
“Ma cos’è ‘sta mmmerda? Ma neanche salati in superficie?! Madddai… Ma neanche ai cani si da ‘sta roba!”
Lei mi ha guardata molto dispiaciuta e mi ha risposto: “Eh scusa, ma mi hanno appena tolto un rene e non posso mangiare quasi nulla …”
La meglio dell’ultimo mese però è un’altra.
Ho incontrato in giro un ragazzo che non vedevo da un po’. Avevo da poco rivisto un altro amico che abbiamo in comune.
Ho passato un quarto d’ora buono a raccontargli di una vacanza che avevo ricordato insieme all’amico.
Lui mi fa parlare, mi fa finire e poi mi fa:”Sì, comunque c’ero anch’io, siamo stati in casa assieme una settimana intera”.
Peeeeerfetto …