martedì 18 dicembre 2012

SIAMO SALVI





Come già sapete (e se non lo sapete, VERGOGNATEVI perché significa che non avete letto gli ultimi due post e rimediate subito) al momento mi trovo in mezzo ai Maya.
Sono perciò nella condizione di darvi notizie di prima mano sulla FINE DEL MONDO.
Qua ci sono due scuole di pensiero:
La prima sostiene che sì, potrebbe proprio darsi che venerdì moriamo tutti e tanto vale berci su.
La seconda al contrario vede la data del 21 dicembre 2012 come l’inizio di un’era di grande rinnovamento e di cambiamento per il  mondo intero.
Considerato che son tutti alcolizzati e perciò ogni scusa è buona per bere e che sono soprattutto i bar che spingono la faccenda della fine del mondo, io sarei più propensa a credere alla seconda.
Senza contare che per il 21 hanno organizzato una cerimonia super solenne, tutti vestiti di bianco, per celebrare l’avvento della nuova epoca e fa molto più ffffigo.
Io poi mi auguro vivamente che non ci sia neanche un mezzo corto circuito dato che ho intelligentemente fatto in modo di trovarmi in volo sopra l’Atlantico il 21.
Che pare una roba da niente, però se arriva la famosa onda elettromagnetica secondo me va meglio a voi seduti sul water che a me a tot mila piedi d’altezza.
Comunque, spero di avervi tranquillizzati perché se i Maya non se la stanno facendo sotto e qua nessuno corre per la strada urlando “MORIREMO TUTTI!”, dovreste poter tirare un bel respiro di sollievo anche voi.
In ogni caso, il 21 per me sarà la fine del mondo. Che tornare a Torino dopo due settimane a far festa qui è dura. Ma dura dura.
A chi volesse tentare di salvarmi la vita, comunico che torno in patria venerdì 21 col volo NO 431 che atterra a Malpensa alle 10.55.
Se mai mi avete voluto un po’ di bene, venitemi a prendere con un barilotto di birra, mezza bottiglia di tequila, un sombrero e lo stereo a palla.  Sarò già in piena crisi di astinenza da festa. E magari anche una coperta termica va’.
Partecipa anche tu all’iniziativa “AIUTA MARTA A NON USCIRE DAL TUNNEL”.
Prometto di non vomitarvi in macchina.
Grazie.

sabato 15 dicembre 2012

L'ALCOL HA UN PROBLEMA CON ME


Affrontiamo quest’oggi una questione controversa.
I miei amici, che aggiorno ogni tanto sulla mia vacanza, non fanno che ripetermi che non è necessario ridursi uno straccio tutti i giorni.
ERRORE. Qua è semplicemente inevitabile. Cerco di farvi capire.
Prima di tutto qui, al posto di “Ciao, come stai?” ti chiedono “Ciao, cosa bevi?”, così subito.
E poi ancora.
Stralci di conversazioni riguardo l’alcol:

“Ti prendo una birra”
“No, grazie, oggi no bevo”
“Corona o Montejo?”


“Bevi qualcosa?”
“No, guarda, magari più tardi”
“Va beh, ti ho preso una tequila”


“Una birra per favore!”
“Una tequila?”
“No, una birra grazie”
“ Ecco a te, una tequila e una birra”

Evidentemente nel cervello dei locali c’è un filtro che bypassa tutte le mie risposte negative e le cestina senza passare dal via. Per loro è semplicemente inconcepibile che tu non voglia bere, lo prendono come un “no, grazie” di cortesia e come tale non lo prendono minimamente in considerazione.
L’altra sera ho tentato di spiegare che io non sono geneticamente programmata a bere come loro. L’hanno trovato molto divertente e mi hanno offerto un mezcal.

Ora voi mi dite se quelli che usano qui son bicchieri normali. Che porca miseria se ti dici “esco a bere UNA cosa” vuol comunque dire minimo un litro:



Tra l’altro il rimedio per i postumi della sbronza locale è un’infame minestra di gamberi e peperoncino da trangugiare alla temperatura minima del sesto girone infernale.  Io l’ho provata e continuo a pensare che ingerire dei crostacei  dopo una sbornia NON sia l’idea della vita.
Perciò: “Ciao, mi chiamo Marta e non bevo da 4 ore, 53 minuti e 28 secondi!”
E credetemi, non è poco.

mercoledì 12 dicembre 2012

LIVE DAL MESSICO


Come molti di voi avranno già capito, al momento sono in vacanza in Messico. Precisamente a Playa del Carmen.
In questo posto c’ero già stata più volte, ci ho addirittura lavorato qualche mese.
Se non siete mai stati qui, tento di spiegarvi di cosa si tratta.
Praticamente un calderone di scoppiati provenienti da tutte le parti del mondo. Ci sono i turisti americani, rigorosamente muniti di camicia hawaiana (non si sa poi perché, dato che siamo in Messico e non a Honolulu, dove per altro i locali ne avranno comunque le palle piene di vedere ‘ste camicie orrende) e alle cinque di pomeriggio son già ubriachi, ci sono i messicani, c’è una buona percentuale di argentini e di italiani.
La new entry di quest’anno sono i canadesi. O meglio, i canadesi over 60. A quanto pare adesso per loro va di moda venire a svernare qua. Nel mio condominio ce ne sono otto.
A parte il fatto che anche tra di loro non sempre socializzano perché di base i canadesi della parte francese non parlano con quelli della parte inglese e viceversa, io qui ho trovato una bella manica di soggetti.
Il mio preferito però è Albert. Albert vive qua da un paio di mesi e penso sia uscito di casa al massimo 3 volte. Lui vive sul balcone. Non importa a che ora rientri, lui è lì. Albert qui è la mia unica certezza.




(Vogliate per altro notare il posacenere di fianco a lui, tra poco capirete perché)

 A quanto pare sta scrivendo il quarto libro su come far durare le relazioni di coppia, che considerato il fatto che ha divorziato 2 volte e che non è che ci sia questo gran viavai di femmine in casa sua fa un po’ specie.
Con la scusa che è allergico al glutine o a non so che e che perciò non può bere birra, si ammazza di tequila dalla mattina alla sera. Tutte le sere mi dice che domani smette di fumare perché la nicotina gli succhia l’entusiasmo e poi la mattina lo becco con 3 pacchetti di sigarette sul tavolino.
Di base è anche simpatico il buon Albert, tranne quando torni alle 6 di mattina e lui ti attacca la pippa sulla ex fidanzata o sullo scambio di energia tra esseri umani. Va anche detto che lo fa in un linguaggio tutto suo perché quando il concetto non gli esce bene in spagnolo parte col francese. In più, ogni tanto si interrompe a metà di una frase e va in catalessi una decina di minuti, probabilmente cercando di schiarirsi le idee. Stancante alle volte, credetemi.
Io ormai ho sviluppato una tecnica: quando mi rompo le palle, mi alzo e me ne vado senza dire una parola.
 Va detto a suo favore che non se la prende.
Se gradite altri ritratti di soggetti più unici che rari, non perdetevi la prossima puntata.
Io adesso devo andare. 
Qui è mattina e oggi non ho ancora controllato se Albert ha smesso di fumare.

giovedì 22 novembre 2012

MI SON LASCIATA COL FIDANZATO


“Mi son lasciata col fidanzato” è la scusa DELLA VITA. Funzione SEMPRE.
Tu vuoi uscire, ma le tue amiche non hanno voglia? Eddaaaaai, mi son lasciata col fidanzato!
Mandi qualcuno  a cagare senza motivo? Scusa, è che mi son lasciata col fidanzato!
Tuo padre ti vede rientrare alle otto di mattina mentre lui sta uscendo col cane e ti guarda con un misto di stupore e disgusto? Dai papà, mi son lasciata col fidanzato …
Da quando l’ho scoperto, ho svoltato, vi consiglio di provare.
Detto ciò, le reazioni al fatto che sono tornata single sono state all’incirca di 3 tipi:
-         Le  amiche single a cui non pare vero di riavermi finalmente in modalità party animal, che probabilmente tutti i giorni accendono un cero a San Gennaro perché non mi rifidanzi mai più.
-         Le amiche fidanzate che sotto sotto ti invidiano da morire perché vorrebbero di nuovo sfasciarsi di feste anche loro.
E poi … E poi c’è la DISAPPROVAZIONE. Sopracciglio alzato e:”Ma ti pare il caso?!”
Cioè, tu vuoi sapere se mi pare il caso di:
Comprare scarpe da Lady Gaga e vestiti da Pretty Woman che probabilmente non metterò mai, uscire con le amiche, fare le otto del mattino, fare serata 3 volte alla settimana, bermene una di troppo se mi va, andare a cena con tutti quelli che trovo anche solo un minimo divertenti perché sono una donna e mi fa piacere sentirmi corteggiata, fare un po’ l’oca e, in generale, sbattermene i maroni?




Sì, MI PARE IL CASO.

Un proverbio inglese dice: When life gives you lemons, make lemonade.
La mia personalissima interpretazione è: se la vita (o chi per essa) ti somministra una ricca cucchiaiata di merda, non mi pare proprio il caso che tu ne aggiunga altra di tuo.
Perciò, sono FELICE che la storia che pensavo sarebbe durata tutta la vita sia finita? Ma anche no.
Però voglio essere felice in generale.
Cosa posso fare a riguardo? Beh, io ho intenzione di viziarmi senza limiti. 
E a tutti quelli che pensano che sarebbe più naturale chiudersi in casa a strapparsi i capelli perché se no vuol dire che sei un mostro senza sentimenti dico … Fatelo voi per me!
Perché io, finché ne avrò voglia, continuerò a fare tutto quello che mi fa felice, qualunque cosa sia.
Anzi, stavo giusto pensando a quanto mi farebbero bene un paio di settimane in Messico dai miei amici …
Ecco.



lunedì 19 novembre 2012

HAN SCOPERTO L'ACQUA CALDA


Periodicamente, qualche brillante giornalista se ne esce con uno scoop incredibile.
Roba che ti chiedi se per arrivare a certi eccelsi livelli di astuzia abbiano messo la testa nel forno.
Ecco la mia personale hit parade delle notizie sconvolgenti che spuntano almeno una volta all’anno e mi fanno veramente diventare una bbbbestia.
Al terzo posto abbiamo:
“Se un pitbull ti morde fa un sacco male.” Madddai?!
E certo, perché ogni tot un povero cane, proprietà di un povero idiota, azzanna qualcuno e allora via col walzer delle razze pericolose. Grazie, egregia testa di minchia, ci servivi tu per scoprire che quando un cane che ha una fila di denti che manco un alligatore ti si attacca al polpaccio, probabilmente se lo porta a casa.
Seconda classificata:
“Ondate di caldo in tutta la penisola. Gli specialisti consigliano di non uscire nelle ore critiche e di bere molto.”



Pazzesco, ad agosto fa caldo?! E meno male che l’avete detto al telegiornale, perché se no io oggi pomeriggio dalle due alle quattro sarei andata serenamente a mettermi al centro di una piazza, senza assumere liquidi, aspettando di collassare. Magari anche vestita completamente di nero. Effettivamente lo faccio tutti gli anni, guarda.
Ed ecco la medaglia d’oro:
“I CASI DI BULLISMO”
Eh già, perché il bullismo è una novità degli ultimi tre anni. I ragazzini son diventati improvvisamente stronzi.
Ma fatela finita, gentilmente.
Il bullismo è sempre esistito. Ne so qualcosa io che grazie ai meravigliosi pile a scacchi che mia mamma mi faceva mettere da ottobre a marzo e alle stilosissime camice a fiori che mi propinava per il resto dell’anno son sempre stata incredibilmente popolare.
L’unica differenza è che quando eravamo piccoli noi se ti lamentavi a casa, al limite ti sentivi rispondere:” Io nelle beghe tra ragazzini non ci voglio entrare, risolvitela tu e adesso non mi seccare e vai a fare i compiti!”
E finiva così. E non è mai morto nessuno. Adesso devono intervenire gli psicologi di Pomeriggio Cinque. Ma dai …
L’unica cosa che effettivamente ha peggiorato la situazione, è che adesso i mocciosi sono pure tecnologici. Perciò oltre a far gli stronzi, si possono anche filmare mentre lo fanno e rivedersi su youtube.
Io non sono un’esperta, ma secondo me, invece di scomodare Freud, basterebbe non mettere in mano a dei dementi nell’età dello sviluppo dei gingilli da 500 euro. Che io il primo cellulare l’ho avuto a 17 anni grazie ad una zia caritatevole.
E poi … E poi …. Avrei una soluzione innovativa da suggerire. Due calci in culo ogni tanto. Sì, due calci in culo. Che con noi funzionava alla grandissima.
Spero di sentire un giorno questa di notizia incredibile al Tg:
“Tornano di moda i calci in culo ai figli deficienti”.



mercoledì 14 novembre 2012

LA VENDETTA DELL'AVVELENATA


C’è una cosa che sanno perfettamente tutti quelli che mi conoscono da un po’.
Potrò anche, come si suol dire nei circoli culturali che frequento abitualmente, avere la faccia come il culo, però esistono alcune circostanze che mi creano un forte imbarazzo.
Per dirne una, quando mi devo spogliare dal medico mi vergogno come una merda. Ma proprio tanto tanto.
Questa settimana ho dovuto fare un controllo dal cardiologo. La mia deliziosa amica che ho tentato di avvelenare poco tempo fa (vedi post precedente NON L’HO FATTO APPOSTA!!!),  combinazione lavora in uno studio medico.
Carinamente, si è perciò offerta di prenotarmi la visita da lei e di scegliere personalmente quale tra i tre cardiologi che ci lavorano fosse il più adatto.
Lunedì pomeriggio arrivo in studio e lei ha già la faccia da sadica. Mi guarda e mi fa:”Lo sai vero che ti devi togliere tutto, veeeero?”
Io non faccio in tempo a sbiancare che lei mi sta già prepotentemente spingendo dentro.
Il medico è un simpatico signore sui cinquanta che ricorda vagamente Barbablu.


“Signorina si spogli e si sdrai”
Al che io tento pateticamente di far finta di non aver capito e mi tengo su la canotta.
Lui mi fa presente che mi devo togliere TUTTO, reggiseno incluso.
Allora mi son detta che almeno potevo cercare di stemperare un po’ la tensione e per farmi coraggio gli dico:”Eh porti pazienza, io sono un tantino pudica. Che poi lo so che non dovrei, tanto per voi dottori siamo tutte uguali!”
Lui si trasfigura e con la faccia da Mostro di Firenze:” Seeeeeee, tutte uguali?! Ma fffffigurati! Che son solo contento che lei non sia ‘na vecchia! Dai, togliamo sto reggiseno!”
Bene, il sangue ha smesso di circolarmi nelle vene.
Tutta la visita è stata di un imbarazzante da svenire.
“Aaaah, ma oggi è la mia giornata fortunata!” ( La mia meno, mi sa)
“Aaaaah, vedo che non abbiamo il segno del costume eh eh eh …” (Ma veramente quest’estate non sono andata al mare…)
“Beh qua mi sembra tutto a posto. Peccato, mi sa che non ci vediamo più!” (Ma meno male?!)
“Beh, si rivesta. O anche no, che se rimane così mentre scrivo il referto per me va benone!” (-----------------)
Dopodiché mi ha tenuta altri venti minuti a parlare di viaggi e di vino, venti minuti in cui io neanche riuscivo a guardarlo in faccia perché mi aveva visto le tette.
Finalmente esco e la mia “amica” sembrava un gatto che si è mangiato il topo:”Com’è andata?”
Ma vai a cagare va’…
Ora, va bene, ti ho inavvertitamente drogata. Però “inavvertitamente” è la parola chiave porca miseria … Chettelaseilegataldito, te la sei legata!
E poi, cara la mia simpatica burlona, forse se i nostri momenti goliardici si basano su psicofarmaci somministrati per errore in abbinamento a superalcolici e su visite mediche da film dell’orrore, io ti propongo …
Facciamo che siamo pari, prima che qualcuno ci resti secco?!


lunedì 12 novembre 2012

NON L'HO FATTO APPOSTA!!!



Ultimamente sono un tantino distratta. Diciamo che su di me non si può fare un grande affidamento.
Pensavo non fosse così grave, poi ho quasi fatto fuori una persona.
La sera di Halloween, un po’ di mie amiche sono venute chez moi.
Una di loro aveva mal di testa e le ho dato della Novalgina. Dopodiché, siamo uscite e per non saper né leggere né scrivere ci siamo subito fatte un paio di chupiti alla faccia di chi ci vuole male.
Dopo circa dieci minuti, l’amica della Novalgina comincia a barcollare. Faceva morir dal ridere, sembrava di gomma. Poverina, era tutta confusa e continuava a dire:”Ma io non capisco, mi gira tutto!”
Alla fine ha preso un taxi, ci è collassata dentro ed è andata a casa …
Qualche giorno fa, anche il daddy aveva mal di testa. Anche a lui ho proposto una bella dose di Novalgina. Peccato che quando l’ho presa in mano mi sono accorta che non era Novalgina, bensì un farmaco potentissimo che mi avevano dato in ospedale per l’emicrania. Calcolate che in teoria io dovrei prenderne TRE gocce. Alla mia amica ne ho date VENTI. In dosi elevate, trattasi di farmaco psicotropo.
Potete immaginare quanto bene faccia assumerlo insieme ad una media di vodka.
Praticamente l’ho drogata/avvelenata.
Ho anche dovuto confessare perché ormai lei era convinta di aver subito un danno neurologico irreversibile sbattendo la testa nel letto a soppalco.
Da questo episodio si evince:
Che in questo periodo, non bisogna accettare NIENTE da me.
Che ad ammazzare qualcuno per sbaglio ci va un attimo.
Che le mie amiche sono delle merde.
A parte il fatto che adesso vanno in giro a dire che “Marta ha la roba buona”, che non suona benissimo, se posso dire. Sono anche vendicative.
Perché l’avvelenata ha fatto tutta la generosa dicendo che mi peronava … Ma ieri si è presa una simpaticissima rivincita che vi andrò a raccontare domani.
Sappiate solo che io NON HO RISO.

domenica 28 ottobre 2012

CHE FAI SABATO?





Sarà l’aria, sarà l’acqua, sarà la tequila, ma è un periodo che le mie serate hanno sempre un che di surreale.
Ieri notte, me ne tornavo tutta contenta da una festa. Giro l’angolo della via di casa mia e cosa vedo?
Un tipo, fermo sotto la pioggia gelata, vestito di tutto punto. Col pisello di fuori.
Giuro. Questo se ne stava lì, immobile, con tutto l’ambaradan al vento.
A me la prima cosa che è venuta da dire è stata: “Ma TI PAAAAAAARE?!”
Poi, siccome avevo bevuto una cosetta e mi era venuta la ciucca filosofica, non me la son presa più di tanto e mentre cercavo le chiavi di casa gli ho solo fatto presente che probabilmente se lo bagni si restringe ancora di più.
Stamattina, dopo essermi domandata perché l’universo avesse deciso che la mia serata dovesse concludersi con un’immagine del genere, mi sono poi chiesta:”Ma questo qua, avrà degli amici?”
E allora mi sono immaginata lui, possibilmente con la patta chiusa, con un suo amico. Sapete, tipo:
“Che fai sabato sera?”
“Ah no, sabato non ci sono, mi metto all’angolo col pisello di fuori!”
Va beh, magari ci dormo ancora un po’ su …

domenica 21 ottobre 2012

LA PRIMA IMPRESSIONE




Recentemente abbiamo parlato delle più fastidiose reazioni che un uomo può avere in seguito ad un 2 di picche (vedi post BISOGNA SAPER PERDERE).
Non si può evitare di affrontare un altrettanto doloroso argomento: l’approccio.
Partiamo dal presupposto che non sopporto le donne che fanno le odiose. Ti stanno comunque facendo un complimento perciò, tesoro, fai uno sforzo, sorridi e dì “grazie”, per la miseria! Va però detto che in alcuni casi se speri che risponda gentilmente alla vaccata che ti è appena uscita dalla bocca, mi stai chiedendo l’impossibile.
Ecco qui un breve estratto dei peggiori incipit da baccaglio:
-         “Hai DUE occhi …”
Oddio, meno male, non sai che sollievo!
Va beh, se non altro sai contare almeno fino a 2 …
Seconda variante:
-         “Hai degli occhi stupendi!”
Grazie, però mi sento un tantino turbata perché a giudicare dalla direzione del tuo sguardo, ce li ho più o meno all’altezza delle clavicole.
-         “Penso che dovremmo andarcene subito a casa mia!”
Non so se sono più stupita dal fatto che pensi e hai elaborato questo concetto tutto da solo, dalla tua faccia da culo o dal fatto che se fai così magari qualche volta ti è andata pure bene.
-         “Sei veramente antipatica …”
Ora, secondo la psicologia inversa più spicciola, penserai che a me venga un’incontenibile voglia di dimostrarti che ti sbagli. Errore. Io invece voglio darti la soddisfazione di aver ragione almeno una volta nella vita, sottolineando così peraltro che sì, io sono odiosa, ma tu sei un imbecille masochista per il semplice fatto di essere ancora qui.
-         “Ci siamo già visti da qualche parte, vero?”
Impossibile. Uno originale come te me lo ricorderei, credimi.
-         “Guarda non mi capita mai, ma tu mi fai veramente sangue!”
Sorvolo su quel “MAI” che è talmente incredibile che sarebbe troppo facile appigliarvisi. Anche tu mi fai veramente sangue. Dal naso però.

E potrei proseguire per pagine e pagine, attingendo alle esperienze di amiche e conoscenti, però evito.
Dico solo che … Pare che la prima impressione sia quella che conta perciò … Studiatevela 5 minuti in più per l’amor del cielo!!!

mercoledì 17 ottobre 2012

NON VEDO, NON SENTO E PERÒ PARLO



Probabilmente vi ho già detto che il daddy, oltre ad essere cieco come una talpa, non ci sente.
Chiaramente, questo è un problemino che col passare degli anni non può certo migliorare.
Non glielo si può far pesare, ovvio.
Però, se permettete, del fatto che anche quando non capisce cosa gli si sta dicendo fa finta di niente e risponde, gliene faccio una colpa eccome.
Passino le volte in cui a farne le spese è lui. Tipo:
“Papà io esco!”
“A-ah…”
Poi due ore dopo sente armeggiare alla porta me che rientro e mi devo tuffare a strappargli il telefono di mano prima che chiami il 113. “Ma io pensavo fossi in camera tua!”
E niente …
Di solito, se ce l’ho davanti, ormai dalla faccia che fa riesco quasi sempre a sgamare se non ha capito un’emerita mazza.
Ci sono però occasioni in cui,errore mio per carità, gli urlo da un’altra stanza e il suo rispondere a cazzo di cane provoca dei danni.
“Papà, la lavatrice ha fatto la centrifuga?”
“Sì!”
E invece no, porca di una miseria, che l’ho aperta e mi si son rovesciati sui piedi 20 metri cubi d’acqua.
Ieri poi, bisognava portare le urine del cane dal veterinario. Sorvoliamo per il momento sulla tristissima immagine della sottoscritta che alle sette meno un quarto del mattino passeggia Petra con su i guanti di lattice e si scaglia con mossa da ninja ad alzarle la coda per infilarci sotto il bicchierino in tempo. La visita era fissata per il tardo pomeriggio.
Perciò quando torno su, tenendo il bicchiere delle urine alto come la Coppa dei Campioni,urlo:
“Secondo te la pipì del cane va in frigo fino a stasera?!”
“Ma vvvvvva!”
E allora, se me lo dici con tutta questa convinzione, io la lascio fuori.
Serve che vi dica che il veterinario mi ha sputato in un occhio, ha buttato via il bicchiere pieno e mi ha costretto a passeggiare il cane per circa un’ora davanti allo studio nella speranza che la rifacesse? Serve che vi dica che il cane non l’ha fatta manco per niente e stamattina ho dovuto rifare la mossa sotto casa, con grande ilarità del vicinato, e portare le urine nuove fino dal veterinario?
Ora, dico io, MA COSA MI RISPONDI COSE A CASO?!
Che se poi glielo fai notare, lo sapete che risponde?!
“Eh, ma TU FARFUGLI!”
Ma ssssanta pazienza …




lunedì 8 ottobre 2012

BISOGNA SAPER PERDERE


Generalmente dalla bocca di un uomo che ci sta provando escono delle perle eccezionali. Ci dedicheremo perciò diffusamente alla spunta delle migliori/peggiori tecniche di abbordaggio.
Oggi però affrontiamo un fenomeno che mi fa decisamente girare i maroni. L’incapacità di incassare.
Perché non puoi provarci e poi comportarti da stronzo. E invece, a quanto pare, possono. Appena capiscono che probabilmente non gliela darai, si trasfigurano come Jack Nicholson in Shining.


Ecco qui un breve sunto delle più fastidiose frasi che un uomo può dire in seguito ad un 2 di picche:
-          “Sì, ma non te la tirare!”
Sssenti, non me la sto tirando, è solo che mi fai ribrezzo. Se hai un po’ di tempo libero, ti metti qui buono buono e aspettiamo insieme che passi qualcuno più interessante di te, così ti faccio vedere QUANTO POCO me la tiro.
Tale categoria a volte peggiora in base alla collocazione geografica, come posso testimoniare per esperienza diretta. E lì si sfocia, per esempio, nel:
-          “Ou, ma non te la tirare, SEI AD IBIZA!”. Oh scusa, hai ragione, ma a cosa stavo pensando?! Lasciami solo telefonare un attimo al mio agente di viaggi per assicurarmi che nel mio pacchetto sia compresa la GONORREA.
-          “Minchia, sei proprio acida, fattela una scopata ogni tanto!”
A me quest’idea che il pene possa risolvere qualsiasi problema, persino la fame nel mondo, non ha mai convinto molto. Però, guarda, se me lo dici tu, che CHIARAMENTE sei un luminare e non un morto di figa,mi fido. Facciamo così però: la geniale diagnosi l’hai fatta tu, ma il problema me lo faccio risolvere da un altro, che ne dici?
-          “-------------------------“
Ovvero, ti ho martellata tutta la sera, ti ho chiesto 25 volte di venire a casa mia, ti ho mandato messaggi a dir poco patetici da ubriaco e però quando poi ti rincontro FACCIO FINTA DI NON VEDERTI. Accidenti, sei un drago! Adesso passerò tutta la sera a chiedermi cosa ho fatto IO di sbagliato perché un uomo così meraviglioso non mi saluti nemmeno più e cosa posso fare per piacerti di nuovo.

Cheppppppena … Poi, diciamo la verità. A me un uomo che sa accettare la sconfitta con stile piace.
Perciò …
SE NON SAI PERDERE, NON DOVRESTI NEANCHE PROVARCI.

venerdì 5 ottobre 2012

LA VITA NON è UN FILM


Le cose non vanno mai come al cinema. Per dirne una, stai pur sicuro che se speri di incontrare qualcuno, magari girandoti coi capelli che ondeggiano al ritmo della tua canzone preferita al centro della pista, anche se vivi a Torino e non a Città del Messico e esci tutte le sere non lo vedi MAI. O al limite i vostri sguardi si incroceranno proprio mentre stai raccogliendo la popò del cane (che tra l’altro nel mio caso specifico il più delle volte ne fa una TONNELLATA).
Quello che sto cercando di dire è che la vita reale ammazza la poesia. Che la storia che le piccole cose sono intrise di magia è una cagata pazzesca.
Prendiamo un esempio semplice semplice.
L’altra sera mi sentivo proprio poetica. Ma davvero. Passeggiata col cane, una comunione di anime che trotterellano felici di stare insieme al tramonto nella cornice del Valentino e dei Murazzi. Mi sentivo in un film francese.
Bene. Parto da casa e già da subito è palese che il cane di fare questa bella girata non ha un cazzo voglia.
Il veterinario continua a dirmi che devo farla muovere di più, ma qua se c’è qualcuno che fa attività son giusto io che me la sono trascinata per 12 kilometri come un tappeto arrotolato di 50 kg.
Ai Murazzi voleva farsi il bagno nel Po, però io ho deciso che la preferisco con una testa sola. Che le anatre  che ci vivono dentro stanno subendo una mutazione che, secondo una mia precisa teoria apocalittica, le porterà ad ammazzarci tutti nei nostri letti. Tra l’altro penso di aver visto galleggiare uno stronzo. Che anche nella stupenda luce del crepuscolo, sempre uno stronzo è.
Al Valentino ha visto uno scoiattolo (che nella realtà altro non è che un ratto con la coda più figa) e mi ha praticamente disarticolato una spalla per inseguirlo.
All’altezza di Lungo Po Antonelli ha cominciato a scapparmi la pipì. Lei ha deciso che era stanca e si è seduta. Me la son tirata dietro fino a casa cristonando come se non ci fosse un domani.
Ah, per la metà del tempo, la colonna sonora non è stata quella del Favoloso mondo di Amelie, bensì un signore a cui era scappato il cane e che urlava:”Saaaaaaaaara!Vieni qua! Vieni ssssubito qua! Porca troia, stavolta t’ammazzo quant’è vero Iddio!”
Sono arrivata a casa con l’acido lattico che mi usciva dalle orecchie, le caviglie massacrate dalle zanzare e in polemica forte col cane.
Non lo so, magari sono io che son morta dentro, però scusatemi se tutta ‘sta poesia non l’ho vista.
Magari è davvero un problema mio. Perché guardando una coppietta che cenava a lume di candela su un barcone sul fiume l’unica cosa che mi è venuta in mente è la pantegana gigante che ne avevo visto uscire poco prima che si scrolla, si siede a tavola con loro e chiede:”Sa’ ragazzi avete già ordinato?”
Eh no, la vita non è un film.


lunedì 1 ottobre 2012

DONNE AL VOLANTE ...




Sulle donne al volante si dicono sempre le solite cose: non vanno avanti, non sanno parcheggiare, si riconoscono anche se non vedi chi è al volante. Insomma, saremmo delle ritardate su 4 ruote. Però ci saranno delle eccezioni, no?
Sì.
Ecco, io per esempio non sono ritardata. Sono il tuo peggiore incubo.
A me le lezioni di guida le han fatte quattro amici maschi. Che coscienziosamente pensavano che insegnarmi a fare i freni a mano nel parcheggio delle Gru fosse la base. Possibilmente con giù mezzo metro di neve.
 Io in macchina perdo la testa. Mi trasfiguro. Divento un hooligan.
Io sono la stronza che se un decimo di secondo dopo che è scattato il verde non parti, ti suona.
Sono quella che al semaforo ti si affianca e avanza impercettibilmente perché ti vuole bruciare.
Sono la squilibrata che se per sbaglio non le dai la precedenza, ti inchioda a un millimetro del cofano e poi ti insegue per insultarti. Che anche se sei gigantesco, tra i due sono io che urlo “Che faccio? Scendo?! Scendo?! Devo scendere?!” Roba che mia madre accende i ceri per me perché è convinta che prima o poi finisco accoltellata a una rotonda. Ultimamente è addirittura riuscita a dirmi:” Guarda, se devi far così, io mi prendo il 42, però tu almeno tieniti il crick sotto il sedile …”
Di notte poi sono addirittura magica. Riesco a suonare il clacson nella maniera più molesta possibile, farti i fari e il dito medio tutto nello stesso momento. Neanche la dea Kalì …
Perciò, se vedete una C4 blu scuro, magari nel dubbio … Levatevi di mezzo. Veloci.

mercoledì 26 settembre 2012

TANTI AUGURI A ME


Com’è andato il mio compleanno?


Non basta la faccia?
‘Na merda, grazie.
Sorvoliamo sul fatto che ogni anno sviluppo un’insana aspettativa per il giorno in questione e che puntualmente rimango malissimo. Roba che mi sveglio contentona come prima di partire per le vacanze e vado a letto meschina come la cogliona che sono.
Allora, la sera della festa mi son distratta un attimo e qualcuno si è bevuto la bottiglia che avevo preso al tavolo. Tutta. Poi devo essermi distratta un momento ancora perché mi han pure ciulato la giacca. Nuova.
Il giorno dopo, per smaltire l’egregia incazzatura per il furto in questione, mi son messa a mollo con il fichissimo bagnoschiuma che mi ha regalato mammina. Mi ha fatto allergia. Ma non allergia tipo “un lieve prurito”, allergia tipo “peste bubbonica”.
Riguardo le richieste avanzate su facebook non è andata mica tanto bene.
Di giacca non me n’è tornata manco mezza.
Nessuno si è offerto di ripararmi il lavandino della cucina, che tra parentesi ormai si ottura anche solo se gli respiri di fianco.
Niente cucciolo di foca da mettere nell’acquario. Ma non fa nulla, ho spento il filtraggio e sono fiduciosa che presto qualche forma di vita si manifesterà spontaneamente.
Non solo nessuno mi ha recapitato a casa 6 casse d’acqua per evitarmi un’ernia, ma si è pure scassato l’ascensore perciò adesso, oltre che dal supermercato a casa, me le trascino anche per 5 piani.
Detto ciò, bisogna anche ammettere che un po’ dovevo aspettarmelo.
Perché se coi tuoi amici ti capita di avere conversazioni tipo:
“Ma è stato a quella tua festa di compleanno in cui ti sei rotta un braccio?”
“No, era a quella in cui ho distrutto la macchina in autostrada”
Probabilmente un problemino con questo giorno ce l’hai a monte. Ma io nel dubbio l’anno prossimo mi sveglio di nuovo felice. Poteri dell’Alzheimer.


martedì 18 settembre 2012

È CHE LA FIGLIA T***A UN PO' DISPIACE


Stamattina ho rivisto mia mamma dopo una settimana di pausa.
Va detto che regala sempre emozioni.
In realtà l’errore è stato mio. Mentre la aggiornavo sulle ultime della mia vita, ho anche detto che il blog stava andando bene.
Sorvoliamo sul fatto che per mia mamma “blog” non vuol dire assolutamente nulla, malgrado i numerosi tentativi di spiegazione. Va beh, del resto basta pensare che è convinta che le mail siano a pagamento e che ti permettano di vederti in faccia con l’interlocutore e da lì non la smuovi perché “son sicura che una mia amica faceva così col figlio in Cina”.
Il punto centrale oggi è stato il fatto che ho scritto che Dementalist ed io ci siamo lasciati.
Conversazione:
Lei:”E tu l’hai detto così? A tutti?! Ma ti pare?!”
Io:”E mi pare sì, ho passato mesi a scrivere di lui, mi sa tanto che anche se non sono Agatha Christie, magari un paio di persone si sarebbero domandate come mai non lo nominavo più neanche per sbaglio.”
Lei:”Ma fammi capire bene, Perciò tu hai dichiarato pubblicamente di non essere più fidanzata?!”
Io:”Eh sì.”
Lei:”Ma io non ti rrrrrriconosco più!!! Praticamente hai dichiarato al mondo la tua … La tua … Disponibilità?!”
Io:” Ma veramente ho solo detto che ci siamo lasciati, mica che mi auguravo di darla via come se non fosse mia.”
Lei.” Boh, a me sembra più o meno la stessa cosa. Sarà che io ‘ste robe di internet di voi giovani non le capisco. Contenta tu.”
E niente …
E aveva una faccia che mi ha tanto ricordato Mara Maionchi vittima di uno scherzo geniale ad opera del mio amico Jacopo:



Perché si sa, la figlia troia un po’ dispiace.
Ma anche una madre rincoglionita però …


giovedì 13 settembre 2012

NON MI RICORDO COME SI FA


Ieri ne ho un po’ approfittato per lamentarmi degli uomini che si trovano in giro, però oggi è un nuovo giorno. Va bene, vuoto il sacco. Chissà che qualcuno di voi non mi dia qualche valido suggerimento. Perché a dirla proprio tutta, qualche problemino ce l’avrei anch’io.
Non mi ricordo più come si fa. Cioè, sono arrugginita forte. Mica mi ricordo come ci si comporta ai primi appuntamenti.
Nella fase preliminare dell’approccio sono cintura nera. La regina delle profumiere. Eh ma questa è un’abilità che non si perde mai, è come andare in bici.
Peccato che poi al primo appuntamento sono una frana. Un disastro. Un flagello di Dio. La sintesi della disgrazia, l’apice dell’apoteosi della schifezza.
Per capirci, mi prendo male. Ma male male.
E quando mi prendo male, non è che divento antipatica. Divento proprio insopportabile. Perché se sono uscita con te non è che, come si chiariva nel post di ieri, già ti voglio sposare, avere 4 bambini (3 femmine e un maschio) e comprare un labrador, però almeno una minima ti trovo interessante. Ed è proprio questo che mi frega.
Dal secondo/terzo in poi comincio quasi di nuovo ad assomigliare ad un essere umano. Solo che in genere, visti i presupposti, non ci arrivo.
Penso che se i miei amici vedessero un video di me ad un primo appuntamento, dichiarerebbero senza dubbio che si tratta di una sosia.
È come se il cervello mi andasse in standby. Praticamente divento bipolare. Salivazione azzerata tipo esame di terza media. E poi mi scappa sempre la pipì.
Non mi esce una roba intelligente o divertente neanche morta. Chiaramente appena torno a casa mi vengono in mente tutte le cose che avrei voluto dire. Normalmente mentre prendo a capocciate il tramezzo della cucina urlando “Ma perché? Perché? Perché?!”
Va bene che non sto cercando il padre dei miei figli, però una seratina simpatica ogni tanto vorrei anche riuscire a farmela. Possibilmente senza iniziare a sudare entro i primi 30 secondi.
Perciò, per pietà, che qualcuno mi aiuti. Aiutatemi a smettere di essere”La donna del Primo Appuntamento”.Perché tra l’incontinenza e l’acidità non arriverò mai al secondo. Tranne forse con uno psichiatra, che potrebbe anche trovarmi interessante da un punto di vista clinico.
Merda, che fatica però …


mercoledì 12 settembre 2012

IL PRINCIPE AZZURRO PUò ANCHE PRENDERSELA COMODA!




Dopo cinque anni da fidanzata, mi ritrovo nuovamente nel curioso mondo dei single.
Che dire? Interessante. A suo modo.
Ma che succede a una donna che torna sulla piazza dopo una relazione molto lunga? In che situazioni le può capitare di trovarsi?
Nell’ultimo mese ho incontrato diversi esemplari di sesso maschile. Secondo la mia personalissima esperienza, essi si possono dividere nelle seguenti categorie:
-         Lo PSICOLOGO: vuole sapere tutto su come e perché è finita la tua storia d’amore e ti chiede continuamente come stai. Ma quello che rispondi non ha la minima importanza. Perché lui SA. Lui ti ha INQUADRATA. Lui TI LEGGE DENTRO. Perciò, hai voglia a dire che veramente stai bene. Puoi anche presentarti con un naso da pagliaccio. Non serve. Lui è convinto che tu sia depressa. Mammminchia, ma ti secca se non ho tendenze suicide?! Se non soffro di stress post-traumatico?! Non son mica tornata dall’Iraq cazzo! Va bene, mi son lasciata col fidanzato, adesso possiamo passare oltre? Grazie!
Lo PSICOLOGO rischia poi di degenerare nella sottocategoria dell’INSICURO:”Tu non vuoi veramente uscire con me. Sei fuori fase, ma presto ti renderai conto che non ti piaccio poi così tanto. O magari, anzi, sicuramente, tornerete insieme.”
Perfetto. Adesso, a chi è che serve uno psicologo tesoro?!

-         Il FATALISTA:il fatalista è uno con cui, in teoria, sei amica. Però nell’esatto secondo in cui torni single inizia a mandarti messaggi poetici presi direttamente dal sito dei Baci Perugina. Perché lui crede nel DESTINO. Il destino vuole che voi stiate insieme e per questo motivo ha rimosso dalla via l’unico ostacolo che vi teneva separati: il tuo fidanzato. Sparito il fidanzato, risolto il problema. NO. L’unico commento da fare è: NO.

-         Il KAMIKAZE: ecco,non c’è un modo fine per descrivere il kamikaze. Egli è convinto che, dato che sei tornata single, tu abbia un incontenibile voglia di cazzo. Non importa a chi sia attaccato, tu ne vuoi a pacchi. Il kamikaze perciò, forte delle sue certezze, non va tanto per il sottile. Dopo il “ciao” ti spiega con un’esagerata quantità di dettagli tutte le porcate che si offre di farti. Roba da farti sanguinare le orecchie. Chiaramente, questo tipo d’uomo viene chiamato “kamikaze” perché il rischio che lo corichi di pugni per lasciarlo svenuto in un lago di sangue è piuttosto alto.

-         Il PRESUNTUOSO: ecco, il presuntuoso mi fa VERAMENTE girare i coglioni. Peggio dello psicologo. Questo soggetto pensa che la tua missione nella vita sia trovarti subito un altro fidanzato. Lui, ovviamente. Per questo motivo, con te ci esce, però poi sparisce, chiama poco e per darti un bacio ci mette in media vent’anni perché lui SA che se mai ti darà un minimo di confidenza o, addirittura, il cielo non voglia, finirete a letto insieme, tu diventerai una colla. Tu ti innamorerai perdutamente di lui e non vorrai lasciarlo mai più. Sì, guarda, pensa che settimana scorsa ho detto a tutte le mie amiche che ero di nuovo fidanzata perché il giornalaio mi ha sorriso dandomi il resto. Ssssenti un attimo Casanova, ma piantala un po’ lì va’! Certo, ti trovo carino,  simpatico, anche perché se no non sarei uscita con te, però ti comunico che non sono proprio ancora sicura sicura sicura di volerti vedere la mattina appena sveglio con ancora le caccole agli angoli degli occhi, chiaro?!

In conclusione, è un mondo difficile. Però speriamo che il principe azzurro se la prenda comoda. Anche perché a casa non mi trova di sicuro.

lunedì 10 settembre 2012

THE OFFICE



Si sa che di questi tempi avere un lavoro è una grossa fortuna. Però i miei colleghi meritano senza dubbio di passare ai posteri.
Dovete sapere che in ufficio siamo  in sei. Io e cinque bbbbestie. Sorvolando su dettagli quali la tavoletta del water perennemente alzata e una sconfortante latitanza della carta igienica, lavorare con cinque uomini è quantomeno curioso.
Il dramma si fa ancora più tragico perché io questi geni del male li conosco da vent’anni. Ciò significa che ormai la mia presenza non li spinge in alcun modo a regolarsi. In NULLA.
Praticamente passo le giornate in una sorta di spogliatoio maschile.
Ho sempre avuto amici uomini perciò sono anche abbastanza allenata, però chiudetene cinque in una stanza per una media di otto ore al giorno e poi mi fate sapere.
Ecco un tipico stralcio di conversazione che ho avuto la fortuna di captare mentre cercavo di lavorare:
“Ma tu, gliel’hai mai toccato il culo a una tipa in discoteca?”
“Euuuuuuuuf, hai voglia!”
“Ma io intendo a una che non conosci!”
“Aaaaah  ...Vabbè sì, un paio di volte mi è capitato!”
“Ma tipo di striscio, facendo finta di niente o proprio una manata seria?!”
Un’altra volta invece, si chiedevano se fosse migliore un culo che quando si abbronza produce una lunetta bianca sotto la chiappa o uno che invece non lo fa.
Che Dio c’aiuti.
Ma non finisce mica qui perché, ogni tanto, di animali ne arrivano anche da fuori. Amici che per non saper né leggere né scrivere, quando non sanno che fare passano in ufficio.
Provate voi a tentare di scrivere una roba al computer con uno appeso alla spalla che ti chiede insistentemente:”Oh, oh, oh … Mi fai” PISELLARE” una tua amica?! Eh?! Eddai!” A parte il fatto che ho le stesse amiche da una vita e se negli ultimi dieci anni nessuna te l’ha data un motivo magari ci sarà, MA TI PAREEEEEE?!  
Basta pensare che son talmente rilassati con me che a volte si distraggono e mi chiedono:” Tu quella te la faresti?!” Ma guarda, non è male, ma mi sa che non è il mio genere!
Però va detto che son gentili … Un giorno ho fatto presente che essere sempre trattata come uno dei ragazzi un minimo mi abbatteva. Mi è stato risposto:”Va beh, ma non fraintendere, qui due colpi te li daremmo tutti volentieri! Vero ragazzi?!” Ah, meno male!
Niente, se non sono ancora diventata lesbica è già un miracolo … 

domenica 2 settembre 2012

SONO SINGLE




Diamo per scontato che la maggior parte di noi disgraziati non (ancora) milionari sia di nuovo in città, perciò … Bentornati!
Probabilmente avrete notato un’assenza di post più lunga del solito. È vero che ad agosto non posto perché spero che tutti voi abbiate qualcosa di più soddisfacente da fare che leggere questo o qualsiasi altro blog, però quest’anno si è aggiunta un’altra motivazione.
Sono tornata single. Mi sembra giusto comunicarvelo perché in qualità di fedeli lettori meritate di sapere anche questo.
Come certamente potrete immaginare si tratta però di un argomento molto personale e delicato. Vi chiedo perciò di astenervi dal commentare a riguardo. Sapete che sono sempre disponibile a  rispondere alle vostre domande a al confronto, ma ogni commento su Dementalist sarà rimosso. Non è corretto continuare a parlare di una persona che non fa più parte della mia vita. Il suo privato e la sua sensibilità vanno rispettati.
Detto ciò, il blog continuerà ad esistere e confido nel fatto che seguiteremo a divertirci insieme.
Vi aspetto per aggiornarvi sulle prossime avventure, anche perché la domanda resta in piedi …
PER SOLDI O PER AMORE?!

martedì 17 luglio 2012

LA NOTA ONESTà DEGLI ALBERGATORI.


Come promesso, ecco il seguito del mio travagliato weekend in Liguria.
L’albergo mi è stato consigliato da un amico, ma, data la mia diffidenza nei confronti di chiunque cammini su due zampe, prima di prenotare ho dato un’occhiata al sito internet. Mi ha convinto! Si parte.
L’hotel si trova “in posizione tranquilla, a soli 500 metri dalla spiaggia” … Eh sì, sto cazzo!!!
Tolto il fatto che al massimo IN LINEA D’ARIA saranno 500 metri, la “posizione tranquilla” è in cima ad una salita che nella prima parte vanta una pendenza del 70%, l’ultimo tratto invece si può fare praticamente solo in cordata.  Ad un certo punto credo di aver visto dei condor volarmi in cerchio sulla testa, ma non ne sono certa perché a quell’altitudine si sa che l’aria rarefatta può dare allucinazioni. Di fianco a me le macchine rallentavano per guardarmi. Secondo me non hanno MAI visto nessuno farsi quella salita a piedi. Anzi, secondo me non siamo nemmeno più in provincia di Albenga. Al telefono, il simpatico albergatore aveva avuto il coraggio di descrivere ‘sto picco satanico come una “lieve pendenza” che i suoi clienti ultraottantenni affrontavano più volte al dì senza problemi.
Ora, scusate se appena arrivata, dopo aver ripreso a respirare quasi normalmente e a vedere pressoché non a macchie colorate, gli ho domandato dove li seppellivano gli ultraottantenni e se la sua massima preferita era “VEDI ALASSIO E POI MUORI”. Non ha riso.
“Tutte le camere sono dotate di TV e condizionatore”. A’ ri-stocazzo. Nella mia non c’era neanche l’impronta sul muro a testimoniare almeno un precedente passaggio del favoleggiato condizionatore. Tra l’altro, quando il gentile oste è venuto in camera mia per cercare di far funzionare la modernissima televisione, dopo 30 secondi si è arreso dicendo “boh, io non so che farci, me ne vado che qua fa un caldo bestia”. Ah, carissimo, te ne sei accorto che in questa cella ci sono 50 gradi? Mmmmma sei senza vergogna però eh!
“La maggior parte delle camere è con vista mare”. Ma tipo tutte tranne la mia?! No, perché l’albergo era mezzo vuoto, ma io sono riuscita comunque ad aggiudicarmi una deliziosa stanza vista cortile con stendibiancheria. E poi ancora, poiché nel rilassante silenzio della notte ligure ho anche potuto notare, e apprezzare immensamente, la vista GENERATORE con relativo ROMBO DI FONDO.




Grazie, grazie ancora, ridente Liguria, per la bella accoglienza riservatami.
E grazie, categoria degli albergatori, per la tua onestà, limpidezza e disponibilità.
E scusatemi, davvero, però … Andate in culo va’.

lunedì 9 luglio 2012

LA FAMOSA OSPITALITà LIGURE




Come forse avrete già intuito, ultimamente sono stata un paio di giorni al mare.
La faccenda è nata più o meno così:
Il mio amato bene mi ha comunicato con la consueta sensibilità che se ne sarebbe andato via per il weekend con gli amici. Al che io, che sono una ragazza matura, comprensiva e nient’affatto vendicativa, gli ho risposto: “ Esticazzi, allora ci vado pure io.”
Da brava torinese, il primo posto che mi è venuto in mente è stata la cara, vecchia Liguria. Grosso errore.
Partita alla ricerca di un po’ di felicità, di calda ospitalità e di un minimo di gentilezza, sono stata investita da un oceano di vaffanculo. Ho passato praticamente 48 ore a farmi mandare a cagare da chiunque.
Come ho potuto dimenticare ciò che chiunque sia stato anche solo una volta in Liguria sa perfettamente. E cioè che in Liguria hanno la folcloristica abitudine, tramandata di generazione in generazione sin dalla notte dei tempi, di trattare di mmmmerda la categoria dei turisti.
Effettivamente, se sei così coglione da spendere un patrimonio per passare due giorni in un posto dove la spiaggia è lunga mezzo metro e l’acqua somiglia in modo impressionante a quella del Po, per altro dopo esserti auto inflitto 4 ore sul treno regionale più caccomerdoso in circolazione, un po’ te lo meriti.
Però a tutto c’è un limite, dai …
Ecco qua, brevi stralci di dialoghi avvenuti in quel magico finesettimana:
“Buongiorno, cortesemente, avrebbe mica un lettino libero per oggi?”
“Eh già, uno arriva qua il 30 di giugno e vuole pure il lettino … Ma io non lo so, va’ va’ va’ …”

“Un caffè e due bottigliette d’acqua naturale per favore”
La tipa mette sul bancone due piattini e una bottiglietta d’acqua.
“Mi scusi, le avevo chiesto UN caffè e DUE bottigliette”
“E dirlo prima che adesso ormai li ho fatti i due caffè?! Santo Dio, la giornata comincia già male!”

“Buongiorno, scusi, potrebbe per cortesia avvisarmi quando arriviamo alla fermata di Ceriale?”
“No, guardi, io non l’avviso manco per niente, che ad Albenga mi danno il cambio”

E potrei andare avanti pagine e pagine, tant’è vero che dell’albergo dove son finita vi racconterò nel prossimo post perché ne merita uno intero, credetemi.
Inutile che vi dica come mi ha rigenerato un weekend nella sorridente Alassio …

LIGURIA, UN LUOGO MAGICO DOVE ANCHE TU PUOI SENTIRTI UNO STRONZO.