mercoledì 30 novembre 2011

NON SONO LA MAMMA!!!

Avere un cane, ti permette di accedere ad un sottobosco di nuove conoscenze e di ampliare la tua vita sociale.
Infatti, portandolo a spasso, ti ritrovi per forza di cose a chiacchierare con gli altri disgraziati che, come te, alle otto del mattino o alle undici di sera, si aggirano come degli zombie con cane al guinzaglio.
Il problema è che normalmente la conversazione non è molto varia e stimolante, insomma si parla solo di cani.
Fin qua, tutto abbastanza normale. Ogni tanto però, spesso a dire il vero, capita di imbattersi in curiosi esemplari di sciroccati. Duole dirlo, ma nella maggior parte dei casi, tali esemplari sono di sesso femminile.
Parlo di quelle scoppiate che hanno sviluppato un attaccamento morboso al proprio animale, ma talmente penoso che persino il cane le guarda con compassione.
Non fraintendiamoci, io adoro Petra, ma farla entrare sotto le lenzuola mi sembra un tantino eccessivo. I cani sono fantastici, ma non dimentichiamo che tra le loro attività predilette spiccano l’annusare le cacche altrui e il frugare nella spazzatura appena il padrone si distrae un attimo. Soprattutto cerchiamo di ricordarci che SONO CANI.
Un classico delle sciroccate è il sempreverde: “Aaaah, ma io gli parlo e lui capisce TUTTO!!!” Beata te, allora il tuo cane è più avanti del mio fidanzato, direi. E comunque spero tanto per la povera bestia che non sia vero, perché a starti a sentire tutto il giorno rischia il sanguinamento delle orecchie, come minimo.
Le peggiori però, quelle a mio parere ormai giunte ad uno stadio irrecuperabile, sono quelle che si definiscono la MAMMA del cane.
Ieri entro al bar e una mi saluta. Io non la riconosco subito e lei per aiutarmi mi fa:”Ma sono la mamma di Viola!”. Azz quando ho collegato e mi è venuto in mente che Viola è il cane, a momenti mi esce il caffè dal naso. C’è da dire che potevo aspettarmelo dato che una volta questo genio mi stava raccontando qualcosa e a un certo punto si gira verso il povero animale e le dice, con estrema naturalezza peraltro, “ti ricordi Viola?”
Ce n’è poi una che incontro sempre ai giardini la sera, che è riuscita ad uscirsene con la seguente perla, parlando al mio cane:”Petra, lo dici alla mamma se ti toglie il guinzaglio?” La mamma?! Ma starai mica parlando di me?! No, senti, voi fate cosa volete, ma lasciatemi fuori per favore. Che il mio fidanzato ed io saremo anche un po’ strani, ma se avessimo messo al mondo un alano sarebbe un po’ inquietante. Il livello di inquietante da chiamare un esorcista, tipo. Che poi, oltretutto, se io sono la mamma, allora dato che il cane l’ho preso insieme a mio padre, il papà sarebbe poi lui. E la cosa si farebbe ancora più losca.
Quando incontro queste disperate, alla fine mi vien persino voglia di sposarmi Dementalist. Solo per esser certa di avere qualcuno accanto che si assicuri che io non mi riduca mai così.

Povere bestie …

martedì 29 novembre 2011

NOMI, COSE, CITTà



Quando ho scelto il nome per il mio cane, non pensavo di scatenare una marea di interpretazioni. Io l’ho molto semplicemente preso da un libro per bambini che adoravo da piccola.
Però, di norma, quando qualcuno mi chiede come si chiama e io tutta contenta rispondo “Petra!”, le domande sono generalmente due:
-         Aaaaah! Come la splendida città in Giordania?
Io di geografia sono una sega totale. Già mi costa uno sforzo biblico ricordare per esempio la capitale della Svezia, ffffffigurati se ho presente il nome di una città che neanche è la capitale della Giordania. Ma poi … Dov’è che sta esattamente la Giordania?! Bah …
-         Ma come la birra corsa?!
A parte il fatto che non so quanto sia da persona sana di mente dare al cane il nome di una birra, la mia stima per l’alcool grazie al cielo non è ancora a questi livelli. E comunque, se proprio, l’avrei al massimo ignorantemente chiamata Moretti o Becks.
C’è poi un numero molto più ristretto di persone, uomini, che si illuminano tutti e mi chiedono:” Ma come la pornostar slovacca?!”
Io ormai, per non saper né leggere né scrivere, rispondo sempre entusiasticamente di sì.
Ma il meglio del meglio è quando ai giardini mi domandano il nome del cane e poi tutti sorridenti le fanno:”Beeeella! Vieni qua, TETRA!!!”
Ma Tetra, cazzo?! Ma ti pare che posso mai aver chiamato il cane Tetra?! E i miei genitori secondo te come mi han chiamata, MercoledìAddams tutto attaccato?!
Vien quasi voglia di ribattezzarla Briciola o Chicca, va’ …


lunedì 28 novembre 2011

CHIARIAMO UN PAIO DI COSE

Oggi voglio proprio parlare di una cosa che mi fa perdere il lume della ragione …
Ogni volta che dico a qualcuno che il mio fidanzato non abita a Torino, il pirla di turno fa la faccia mega astuta, il sorrisetto da chi ha capito tutto e mi risponde: “Eeeeeh … Chissà cosa combina a Milano!” Che per altro, il mio fidanzato è anche un bel ragazzo, ma questa domanda me la sento fare anche da chi non l’ha MAI visto e da per scontato che però, per il solo fatto che è un uomo, se tra noi due uno la fa sporca è sicuramente lui. Ma chi te l’ha detto che non ha la forfora, tre capezzoli e la bavetta ai lati della bocca?!
Ma ci fosse una volta che, tanto per cambiare, qualcuno si chiedesse chissà cosa faccio io a Torino!!! Ma emerite teste di minchia, la dovete piantare di pensare che gli uomini siano dei superfurboni e noi invece stiamo a casa a vedere le prime tre stagioni di Gossip Girl in cofanetto con contenuti extra e a farci un fegato così chiedendoci cosa starà facendo il fidanzato. Che se proprio devo farmelo marcire il fegato, a ‘sto punto me lo rovino col vodka tonic a una festa da paura, chiaro?!
A parte il fatto che c’è un concetto chiaro e limpido sin dalla notte dei tempi e che sfugge ai più: in linea generale, se in discoteca un uomo ne carica 4, oltretutto sbattendosi da morire e spendendo mezzo stipendio per offrir da bere alla prima sciroccata di turno, una donna di arrapati ne tira su almeno 10 senza dover fare nulla.
Ora, detto ciò, quale pensi sia la categoria più a rischio, caro il mio genio?!
Vorrei cogliere l’occasione per sfatare un altro mito: io e tante altre mie colleghe donne non abbiamo subito una lobotomia guardando Sex and the City, perciò la mia serata ideale NON è spiluccare un sushi, bevendo Cosmopolitan e chiacchierando di scarpe.
Sapete che c’è di nuovo? Che la notte da leoni piace anche a noi.
E si da infatti il caso che venerdì sera sia uscita e, considerando altresì che qua ero ancora dignitosa, giudicate voi se è il caso di mandarmi in giro da sola:


Festa spettacolare.

venerdì 25 novembre 2011

LE SERATINE

Ogni tanto Cervello si prende una seratina per uscire con gli amici. Tali serate sono fra soli uomini e normalmente mi vengono annunciate con la frase “topo, esco coi RAGAZZI”.
Il problema è che di solito queste cose mi vengono comunicate con scarsissimo preavviso, cosa che mi fa impazzire dal nervoso perché anche io ho una vita e mi piacerebbe potermi organizzare. Inutile dire che la sua validissima giustificazione è sempre “ma l’ho saputo solo oggi!!!”.
Per  evitare di avere un tracollo nervoso ogni volta, mi si aprivano due vie: seguire un seminario per il controllo della rabbia o farmi furba. Ho scelto la seconda.
Con l’ausilio di facebook ho quindi creato una sorta di calendario dei compleanni dei suoi amici, così so quasi sempre quando il fulmine sta per colpire e mi faccio trovare preparata.
Per esempio, ieri era il compleanno di uno di loro e io è da lunedì che organizzo il mio personale venerdì sera. Funziona. Quando ieri il mio amato bene mi ha fatto presente che sarebbe arrivato a Torino sabato mattina e non venerdì sera come di consueto, io sono riuscita finalmente a vedere il bicchiere mezzo pieno (in tutti i sensi per altro) perché questo significa che anch’io mi farò la mia serata ignorante.
E sarà meglio per lui non dimenticare che loro possono anche aver pianificato una notte da leoni il cui concetto base è  “questa è Sparta!”, ma io non son certo da meno …  Perciò … Buon compleanno Davide, divertiti tesoro mio, buona serata a tutti e cerchiamo entrambi nei limiti del possibile di non ridurci così:





Buon weekend a tutti voi!!!

giovedì 24 novembre 2011

PETRA

Petra è il mio cane.
L’ho adottata ad aprile con la segreta speranza che fosse uno squalo tigre assassino travestito da cane.
Chiaramente l’ho presa perché adoro i cani e perché già da un po’ mi mancava averne uno in casa. Non nego però, che la sua adozione si è verificata in una di quelle numerose settimane in cui io Dementalist non lo sopporto proprio per niente.
Perciò, gli ho semplicemente comunicato che non ci si poteva vedere il venerdì sera perché sabato mattina avevo da fare, senza specificare cosa. Il mio piano era fondamentalmente semplice: fargli trovare al suo arrivo, la calda accoglienza di un mastino sanguinario di circa 100 kg, di nome Cobra o Attila o IlVendicatore. Poi magari uscivo anche da dietro il divano urlando “SORPRESA!!!”.
Ora, alcuni di voi potranno forse trovare il tutto un tantino esagerato, ma già l’avevo ammesso in precedenza di essere giusto un po’ vendicativa. E poi tanto è stato un fallimento miserevole.
Oddio, Petra il phisique du role ce l’ha … Infatti è un dogo argentino incrociato con un alano tigrato, praticamente 50 kg di muscoli e la struttura mandibolare di un alligatore adulto.
Potenzialmente una macchina di morte. Il problema è che lei non lo sa.
Insomma, senza tanti giri di parole, dopo la sola che ho preso fidanzandomi con Dementalist, anche il cane si è rivelato una fregatura pazzesca.
Questa è la tristissima immagine che si è presentata agli occhi di Cervello quando è entrato in casa:


Che pppppaura … Maledizione!!!


N.B. Non è mia intenzione fare la morale, però … NON COMPRATE I CANI, ANDATE IN CANILE! Mi raccomando!

mercoledì 23 novembre 2011

QUELLO CHE LE DONNE NON DICONO


Dopo aver parlato delle schifezze varie che fa il mio fidanzato e, più in generale, tutto il genere maschile, va detta una sacrosanta e scomoda verità: le facciamo anche noi. Eccome se le facciamo.
Il punto è che la stragrande maggioranza delle donne si nasconde dietro delle pietose bugie che non stanno in piedi neanche il tempo di uno starnuto.
Tali bugie si possono dividere in due categorie: le bugie opinabili e le bugie clamorose.
Le bugie opinabili sono quelle che in teoria potrebbero anche corrispondere alla verità, ma che comunque nel 99% dei casi sono delle minchiate pazzesche.
Gli esempi più emblematici sono:
-         MA IO MI SCASSO DI CIBO! E SOPRATTUTTO ADORO LA PASTA E LA PIZZA. Tesoro, sarà pure vero, ma pesi 30 kg, e a giudicare dalla faccia irritata con cui ti aggiri, mi sa che è dalla quarta elementare che non ingerisci un carboidrato. Perciò, sì, sei figa, ma per l’amor del cielo ammettilo che fai una vita d’inferno.
-         TI GIURO, QUESTA è LA PRIMA VOLTA CHE VADO A LETTO CON UOMO SUBITO DOPO AVERLO CONOSCIUTO. A parte l’1% dei casi sopracitato, la mia risposta è una sola … Aaaaaaaah, ah ah ah ah ah ah ah!!!
-         IO NON HO MAI FATTO PIPì IN MARE, CHE SCHIIIIFO! Ma finiscila, che ti voglio proprio vedere che torni a riva con delle bracciate che manco t’inseguisse uno squalo, ti asciughi e ti fai i 5 km che ti separano da un bagno chimico disgustoso e con fuori una coda di 20 persone, SOLO per la pipì. Ah, e cara? Ringrazia solo che ‘sta cagata la racconti ad Alassio, perché se molli nel trasparente mare dei Caraibi, ti sgamano SICURO.
Poi ci sono le mie preferite, le cazzate clamorose:
-         NON SONO CAPACE DI RUTTARE. Ma porca di una miseria ladra, ma adesso serve un corso per imparare a ruttare?! Non è che a noialtri alle medie ci han fatto scegliere tra il corso di educazione fisica e quello di rutto libero. Non è che dico che devi necessariamente essere capace di dire supercalifragilistichespiralidoso ruttando, ma per il resto, guarda credimi, non ci va niente, è la naturale e spontanea conseguenza del processo digestivo.
-         IO NON SCORREGGIO! No? Mai?! Neanche in bagno? Guarda che è scientificamente impossibile, ma nella remotissima ipotesi che sia vero, ti dico solo che dopo trent’anni a non mollare mai, non voglio neanche immaginare che bella festa c’è lì dentro …
-         IO NON CAGO NEI BAGNI PUBBLICI. Ah sì? E io prego Dio di potermi un giorno trovare davanti a te proprio mentre hai uno di quegli attacchi che ti pieghi a metà e che ti sudano le mani e ti si abbassa la vista da quanto la devi fare, solo per cronometrare quanto poco ci metti a scaraventarti di testa nel primo cesso, o addirittura cespuglio, disponibile.
Ecco.

martedì 22 novembre 2011

MAGIC MOMENTS

Ho sempre pensato che per tenere in piedi una relazione che duri negli anni, sia necessario mantenere un po’ di MAGIA.
Per quanto sia ovvio che col passare del tempo si arrivi ad essere sempre più in confidenza, credo che su certe cose sia vitale mantenere un minimo di aplomb.
Per questo motivo, ho sempre fatto in modo di non farmi mai beccare con dei peli da orso bruno e il mollettone di plastica arancione in testa, tanto per dirne una. Inoltre, per quanto io sia assolutamente una fan delle pari opportunità, è innegabile che ci siano ancora cose che se fatte da un uomo fanno anche ridere, ma se fatte da una donna fanno un po’ schifo. Per chi ancora non l’avesse capito, sto parlando di rutti e scorregge.
Negli ultimi anni ho perciò abortito una quantità di rumori digestivi incalcolabile.
Inutile che vi dica che il mio fidanzato, al contrario, è convinto che tutta la vasta gamma di suoni che riesce a produrre con le diverse parti del suo corpo sia esilarante.
Non voglio fare la principessa e ammetto che effettivamente ogni tanto lo trovo divertente, probabilmente perché ho il senso dell’umorismo di un bambino di otto anni e se anche solo sento dire la parola “cacca” un po’ mi scappa da ridere.
Tuttavia, questo non significa che non mi sia accorta che, non so bene come, mi ritrovo fidanzata con Shrek. Perché, diciamolo, a tutto c’è un limite …
Giusto per chiarire dove sta il limite, parliamo di un episodio risalente a quest’estate.
In Australia, verso la fine della vacanza, ci siamo trovati in una stanza d’albergo che aveva il bagno alla francese. Per chi non lo sapesse, significa che il water si trova in una specie di sgabuzzino separato dal resto del bagno. Sfortunatamente, il secondo giorno, la luce di questo famoso sgabuzzino si è fulminata.
Ed ecco lo spettacolo che mi si è presentato quando sono andata a lavarmi i denti:





Alla mia legittima e delicata domanda: “Scusa, amore, ma adesso mi tocca pure vederti cagare?!”, la candida risposta del soggetto altro non è stata che:” Ma topo, non vedi che sto facendo il sudoku?! Come facevo al buio?!”
Aaaaaaaaah beh … Ai posteri l’ardua sentenza.

lunedì 21 novembre 2011

NON SI PUò PIù USCIRE DI CASA

Non si può più uscire di casa. Ufficiale.
Ufficiale che ad una certa età, se cerchi di ripetere le fantastiche serate di quando eri gggiovane, finisce in tragedia. Sicuro.
Sabato, la serata è cominciata con le migliori intenzioni. Che figo, andiamo ad una festa, dai che è una vita che non facciamo tardi, sarà divertente … E bla, bla, bla …
Per le prime tre ore ce la siamo anche cavata bene. La festa non era male, era a tema e Cervello era persino quasi umano. Ma sulla nostra strada abbiamo trovato un nemico troppo forte per essere sconfitto e che infatti ci ha schiacciati come due cimici: l’open bar.
A 30 anni bere la robaccia che ti danno agli open bar è come sgolarsi il veleno per topi. Ormai sono arrivata alla conclusione che non è che il mio fegato fa fatica, io il fegato non ce l’ho proprio più. Non c’è altra spiegazione.
La nostra deliziosa uscita si è quindi conclusa con un intramontabile classico: megalitigata, chiaramente a tutto volume e in mezzo alla strada, perciò anche un tantino umiliante a ripensarci.
Chiaramente, non ricordo nei dettagli l’argomento della discussione, ma deve essere stata una qualche variazione sul tema “Secondo me sei un po’ stronzo. Possibile, ma tu di più”.
Tra le conseguenze della nostra voglia di fare i giovani, non si può dimenticare l’amica che ho piantato senza remore ciucca marcia e da sola nel locale e che probabilmente è ancora lì. Magari domani vado a cercarla coi cani molecolari che potrebbe essere sepolta viva nel guardaroba. E sicuramente non posso dimenticare gli orrendi postumi, anche perché ancora li ho.
Una volta, uscivo di nascosto, facevo le sei in condizioni pietose e la domenica a mezzogiorno ero in grado di sedermi a tavola coi miei fresca come una rosa. Oggi, se volessi uscire di casa, dovrei farlo col carrellino della flebo di sali minerali e un catetere. Ho delle occhiaie che sembro Kung Fu Panda e sto cercando di resistere all’impulso di calarmi una quarantina o giù di lì di Moment. Mi sembra di avere la malaria, cazzo.
Senza contare che l’uscita fatta nel tentativo di dare nuove energie alla mia magica relazione di coppia, mi ha fatto venire più che altro voglia di chiudere fortissimo le dita del mio fidanzato in un cassetto. Ecco, l’ho detto.
Fortunatamente, che io sappia, non ci sono foto che ci ritraggono durante la parte catastrofica della nottata, perciò chiedo umilmente a tutti voi …
Per favore, ricordateci così:

venerdì 18 novembre 2011

OPERAZIONE PROCESSIONE



Generalmente, è Cervello a spostarsi per venire qui a Torino il finesettimana.
Qualche volta però, è capitato che andassi io a trovarlo a Milano perché eravamo entrambi invitati alla cena di compleanno di qualche suo amico.
In queste felici occasioni, si verifica SEMPRE la stessa cosa, vale a dire una PROCESSIONE di persone che vengono a parlare con me per santificarlo.
Un continuo di amici che mi rimbambiscono di chiacchiere, continuando a ripetermi quanto IO sia stata fortunata ad accaparrarmi un uomo del genere, buono, onesto e pure bello …
Ora, a parte il fatto che io che sono un po’ acida la prendo sempre un filo sul personale perché sembra quasi che sia solo io ad aver fatto l’affare della vita, brutta cozza malefica e incontentabile che nemmeno si accorge di aver vinto il superenalotto acchiappando questo pezzo d’uomo, i MIEI amici non si sono mai sognati neanche lontanamente di fare una cosa del genere.
I casi son due: o i suoi amici sono completamente suonati o forse è il caso che io me ne trovi di nuovi.
Comunque, il nocciolo del discorso è che la processione la voglio anch’io per la miseria!!!
Quindi colgo l’occasione per fare un appello. Dato che nei prossimi weekend ho intenzione di rimuovere Cervello dal divano, con l’ausilio di fiamma ossidrica e spatola se necessario, e di uscire di casa per fare un po’ di vita sociale, chiedo a tutti voi di mettervi una mano sul cuore e aiutarmi ad avere la mia personale fila di persone che beatificano la mia magnificenza.
Perciò … A tutte le unità! Se incontrate in giro me ed il mio autistico fidanzato, non abbiate remore, ammazzatelo di parole, con lunghi e fantasiosi discorsi su quanto io sia gnocca, intelligente, divertente, su che incredibile botta di culo abbia avuto fidanzandosi con me e chi più ne ha più ne metta!!!
Allego foto segnaletica per facilitarvi il riconoscimento dell’obbiettivo.


Eeeeee … L’OPERAZIONE PROCESSIONE comincia … Adesso!

giovedì 17 novembre 2011

L'OROLOGIO BIOLOGICO

Se sei una donna, avvicinarsi ai trent’anni significa ritrovarsi circondate da amiche che una volta erano persone quasi normali, ma che improvvisamente si trasformano in dementi all’ultimo stadio.
La demenza è strettamente correlata all’età perché a un certo punto evidentemente vengono possedute dal demone della riproduzione. Se ci esci il venerdì sera, tu che vuoi soltanto passare una serata divertente a sparare cretinate come al solito, ti ritrovi, senza neanche sapere come, incastrata ad un tavolino con una che una volta tornava a casa sui gomiti e adesso non fa che sospirare e dirti “quanto sarebbe bello avere un bambino”.
Se poi per disgrazia, incontrate un pargolo in tenera età, se ancora nel passeggino meglio, esse entrano in modalità decerebrata totale:”E quant’è caaaarino!!! Tesooooro … E pu pu pu pu … Ma ti mangerei di baci, ti mangerei … Puuuulcino! Non è caaaarino da morire?!”
Posso dire? No! Non è carino cazzo!!! Ha una testa che pare un cocomero ammaccato, quattro capelli in croce e gli arti di un ragno. E sbava. E sono piuttosto sicura che abbia appena mollato.
E la storia che “i bambini son tutti belli” è una cagata pazzesca.
Ed è così che se prima eri anche una brava persona, diventi un mostro omicida.
Devi vedere come ti guardano inorridite … “Ma quindi tu non vuoi un bambino?!?!”
Beh, senti, mai dire mai, ma la momento l’idea di espellere un pallone da basket dalle mie parti intime dopo aver passato nove mesi piegata a 90 con le caviglie di Hulk non mi sorride particolarmente …
Sarò impopolare, ma non è neanche colpa mia se al momento ho l’istinto materno di un comodino dell’Ikea.
 La verità però è che non solo non ci so fare coi bambini, non so come tenerli in braccio e non so mai cosa dire … A me i bambini terrorizzano proprio. Non c’è niente da fare, se vuoi farmi morire di paura basta farmi vedere un horror dove ci sia un bambino …

E vatti a fidare …

martedì 15 novembre 2011

CERVELLO VS L'INGLESE

A me piace tantissimo viaggiare. Tutti gli anni cerco sempre di organizzare una vacanza diversa per vedere posti nuovi.
La palla al piede ed io siamo quindi stati in Tailandia, a Cuba, in Australia ed anche a Parigi e a Praga.
Certo che se Cervello già in italiano si esprime il meno possibile, quando si ha a che fare con le lingue straniere non ci prova neanche.
Le vacanze diventano perciò stancantissime per la sottoscritta perché mi tocca fargli da interprete anche per un mese filato. Per  chiarire meglio la gravità della situazione, mi basta far presente che in tutte le quattro settimane che abbiamo passato in giro per l’Australia quest’estate, non si è sbattuto neanche ad ordinarsi un caffè. Tanto per dire, anche in inglese si dice “espresso”, il che a mio modesto parere non richiede grandi competenze linguistiche. Anche pizza si dice “pizza”, se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo.
Ma lui NIENTE.
Per passare il tempo, ho sfruttato agosto per cercare di fargli imparare almeno il ritornello di una canzone, ma il risultato che ho ottenuto è stato a grandi linee questo:”Escus mi, laralalla la la la la la laaaaaaa, tunait!!!”
Decidete voi se, considerato che le lezioni son durate un mese, può essere definito soddisfacente …
Le performance canore in lingua inglese del buon Beautiful Mind mi hanno fatto tornare in mente un video visto su Youtube tempo fa e che voglio condividere con tutti voi. A parte che lo trovo esilarante, forse vi aiuterà a capire il livello del mio augusto fidanzato …


IL MIO AMICO GALATEO

Nel corso degli anni, ho tentato con tutti i mezzi possibili di migliorare il comportamento di Cervello, soprattutto in ambito sociale.
Non voglio soffermarmi eccessivamente su quanto siano ancora tristemente scarsi i risultati ottenuti, ma posso dirvi che ci va veramente taaaaaaanta pazienza …
Per alcuni aspetti, credo di aver trovato comunque il metodo giusto. Dato che Dementalist è una creatura semplice e primitiva, faccio come si fa coi cani. Per esempio, quando lascia la tavoletta del water alzata, lo prendo per un orecchio, lo trascino via dal divano, lo porto davanti al wc e lo prendo a scappellotti continuando a ripetere ossessivamente “cattivo, non si fa, cattivo!”
Devo dire che in una certa misura funziona.
Quando però si tratta di concetti più sottili, il gioco si fa molto più duro. Quando gli comunico notizie incredibili e mai giunte prima alle sue orecchie, tipo che il tovagliolo si appoggia sulle gambe e NON si lega attorno al collo, mi guarda stranito e mi chiede puntualmente:”E chi l’ha deciso che si fa così?!”
Anche se so già come andrà a finire la conversazione, non mi resta che respirare profondamente e rispondergli:”Lo dice il galateo”.
Conclusione … Mi guarda accigliato e mi fa:”E chi sarebbe ‘sto GALATEO? Un amico tuo?”
Beh, guarda amore, sicuramente non tuo …


lunedì 14 novembre 2011

LA DONNA DALLE IDEE GENIALI

Come forse alcuni di voi ricorderanno, l’argomento FAMIGLIA non è concluso.
Si è parlato del papà, della nonna, ma ancora c’è molto da dire … Tanto per cominciare, ancora non ho scritto di nulla su mia MAMMA.
Mia madre, al contrario di papà, non è semplicemente socievole, è decisamente ingombrante.
Lei adora Dementalist e dopo soli 5 minuti dall’averlo conosciuto, lo chiamava  già “Stefanuccio”. Ora, non è che questa sia una vittoria importante, perché per piacere a mia madre basta avere tra 0 e 45 anni. Eh già, perché se rientri in questa fascia di età, biologicamente potresti essere figlio suo e ciò basta a commuoverla e a farle spalancare le braccia.
Senza contare che è meridionalissima, fatto che potenzia la sua naturale espansività nei confronti di CHIUNQUE.
Fin qua, tutto bene, direte voi. Il problema è che invece Beautiful Mind non è socievole proprio per niente. Anzi, per quanto io non voglia usare termini clinici a sproposito, credo si possa definire come un sociopatico ai limiti dell’autismo.
Approfondiremo la prognosi del mio fidanzato prossimamente, perché per il momento, vorrei concentrarmi sul fatto che mia madre è anche “la donna dalle idee geniali”.
Chiaramente, per una col suo carattere, avere a pranzo il fidanzato muto della figlia è frustrantissimo. Soprattutto perché lei non ha ancora capito che lui sta zitto il 99,9% del tempo, non importa dove e con chi si trovi, e continua a chiedersi disperatamente se il suo mutismo dipenda da qualcosa che lei ha detto o dal fatto che non si senta a suo agio a casa sua.
L’ultima volta, questo conflitto interiore l’ha portata a sfornare una delle sue famose idee geniali. A parte il fatto che ha passato un quarto d’ora a chiedermi se le davo una mano col caffè, dandomi di gomito e strizzando l’occhio e se ne sono accorti tutti. Comunque, questa è la conversazione che si è poi svolta in cucina:
Lei:”Ma perché Stefanuccio non parla?!”
Io:”Mamma, te l’ho detto un milione di volte, è fatto così, fattene una ragione!”
Lei:”Ma io voglio che parli!”
Io:”------“
Lei:”Senti, facciamo così. Ora lo dico anche agli altri, torniamo di là e proviamo a stare TUTTI ZITTI  così magari lui parla!!!”
Sì, dai, e magari fissiamolo anche tantissimo!
Allora, è o non è la donna dalle idee geniali?!

venerdì 11 novembre 2011

LA MALATTIA DELL'ACQUISTO FORZATO



Questa settimana abbiamo parlato di alcune sindromi  che affliggono gli uomini e più nello specifico, Cervello e il Padre.
La verità però è che io stessa posso vantare innumerevoli turbe allarmanti, che possono rivelarsi dannose sotto diversi punti di vista.
Giusto ieri ho avuto un attacco coi fiocchi di “malattia dell’ACQUISTO OBBLIGATO”.
Il luogo dove normalmente si verificano tali attacchi è il negozio.
I sintomi sono insoddisfazione, sudori freddi, isteria. Ma soprattutto, cocciutaggine clinica.
Gli effetti collaterali si ripercuotono principalmente sull’autostima e sul portafoglio.
L’episodio di ieri, è un valido esempio del caso.
Mi sono infatti recata in pellegrinaggio con un’amica in un negozio in cui non ero mai entrata prima, ma che da fuori mi sembrava ricco di promesse.
La felicità è morta nel giro di 5 minuti dall’ingresso. Forse ero in una di quelle giornate in cui mi pare che tutto quello che mi provo mi faccia assomigliare a Valeria Marini dopo una notte di bagordi, fatto sta che alla fine mi faceva tutto CAGARE.
A questo punto, si iniziano a notare anche ad occhio nudo i sintomi sopracitati. Ma principalmente entra in campo il killer denominato COCCIUTAGGINE. Cioè io MI RIFIUTO DI USCIRE SENZA AVER COMPRATO NULLA.
Gli acquisti fatti in questi momenti di trance sono i peggiori nonché i più inutili possibili. Eh già, perché con la mente annebbiata dalla malattia dell’acquisto forzato arrivi ad un punto in cui sei così stanca di cercare che ti scaraventi sulla prima cosa che puoi comprare senza doverti rispogliare per provarla.
Negli anni ho accumulato una quantità imbarazzante di tacchi 12 leopardati, stivali al ginocchio che in confronto quelli di Pretty Woman erano anche fini, cerchietti con piccione imbalsamato sopra e chi più ne ha, più ne metta …
L’acquisto geniale di ieri è una vestaglia di seta nera, che ovviamente ho misurato sopra il cappotto con già un piede fuori dalla porta.
Una di quelle vestagliette che nei film la ricca gnocca di turno indossa in fretta per aprire  quando le suonano il campanello di notte.
Ora, la domanda sorge spontanea … E cosa me ne faccio?!
E la risposta, per quanto scurrile, è solo una: un cazzo.
Un capo del genere andrebbe indossato per sdraiarsi languidamente su un divano in pelle bianca, a sorseggiare brandy, guardando Colazione da Tiffany.
Io probabilmente la metterò un paio di volte, tanto per sentirmi meno in colpa, per bermi una birra davanti ai Simpson. Per altro, col cane che mi si rotola addosso, così dopo la butto che è piena di peli.
E poi, diciamocelo, ma che freddo fa con solo ‘sta maledetta vestaglia addosso?!?!

giovedì 10 novembre 2011

CHI TROVA UN AMICO TROVA UN TESORO

Dal momento che, prima o poi, dovrò decidere se andare a convivere col mio amato bene o se rimettermi sul mercato, ritengo sia opportuno chiedersi che tipo di persone sono in grado di attrarre.
Ai fini di tale analisi, la mia cerchia di amici potrebbe dirla lunga. Del resto si sa che nei proverbi c’è sempre un fondo di verità e come si dice “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei” …
Ecco quindi alcuni degli esemplari da cui sono circondata nella vita quotidiana:
L’amico insicuro/espansivo: questa particolare specie di amico ha una caratteristica essenziale. Mentre ti parla ti batte continuamente sulla spalla, ti da di gomito e ti stringe il braccio. Evidentemente non è mai sicuro che tu lo stia ascoltando e ritiene vitale tenere desta la tua attenzione coi metodi sopracitati. Normalmente fastidiosissimo, in discoteca, dove causa forte rumore è ancora più preoccupato dai problemi di comunicazione, praticamente LETALE.
L’amica strafiga: già al liceo era carina, ma poi, nel corso degli anni, al contrario di noi comuni mortali che col passare del tempo ci deterioriamo, è diventata una gnocca stratosferica. Non puoi odiarla perché è una brava persona e la conosci da tanto, ma andare a cena con lei è deleterio per l’autostima. E ogni tanto vorresti proprio che le venisse un brufolo grosso come il corno di un rinoceronte in piena fronte. Anche se, diciamocelo, resterebbe lo stesso figa. MALEDETTA.
L’amica intelligente ma rincoglionita: abbinamento difficile da incontrare, ma alcuni esemplari in circolazione ci sono. Intelligente lo è, ma spesso fare un discorso con lei è talmente faticoso che mi viene mal di testa. Tanto per capirci, una volta parlando ho citato Grace Kelly. Lei si illumina tutta e mi fa:”Ma chi, quella che faceva XFiles?!”  A quel punto ero così stanca che invece di spiegarle che la principessa di Monaco e l’agente Dana Scully NON sono la stessa persona, le ho risposto:”Sì, quella!”
L’amico narcolettico: il bidone peggiore che ti possa capitare. Se vi date appuntamento dopo cena, 9 volte su 10 non arriva, non risponde al telefono e il giorno dopo ammette candidamente di essersi addormentato. Se invece vi vedete per cena, state pur sicuri che se dopo avevate in piano di andar da qualche altra parte, lui se ne esce sempre con la frase:”Devo fare una cosa veloce, ci vediamo lì tra mezz’ora!” Inutile dire, che non lo rivedrete più. Come sparisce lui, non sparisce nessuno. MAGO.
L’amica altissima: non solo è una giraffa, ma si ostina anche a mettere i tacchi perché “le piacciono tanto”, povera. Quando esco con lei, passo la prima parte della serata a decidere se presentarmi come Marta, Brontolo o Pisolo. SNERVANTE.
Forse il karma mi sta comunicando che nel mio futuro non c’è un aitante, intelligentissimo, miliardario … Ma magari se uso la strafiga e l’altissima come esche un paio riesco a fregarli … Mah …

mercoledì 9 novembre 2011

NOI UOMINI DURI

Ieri abbiamo preso in analisi la sindrome di MacGyver.
Un’altra caratteristica che contraddistingue un gran numero di uomini è un’eccezionale RESISTENZA AL DOLORE.
Sin dagli albori del genere umano, la figura maschile è stata caratterizzata da maggiore prestanza e resistenza rispetto a quella femminile. Insomma, l’uomo è fisicamente più forte.
In teoria.
Chi di voi non ha mai avuto a che fare con un uomo che con 36,8 di febbre è convinto di stare per morire si ritenga moooolto fortunata.
Non per niente, l’argomento di oggi mi è venuto in mente grazie ad un gravissimo problema che affligge Beautiful Mind ormai da qualche tempo. Anzi, più che problema, si potrebbe quasi definirlo un flagello o addirittura un “brutto male” …
L’HERPES.
Eh sì, al poverino è venuto un minuscolo herpes vicino alla bocca. Ma minuscolo davvero. Che a sentir lui al telefono, ho avuto paura di trovarmi davanti una faccia devastata dalla lebbra.
Quando, ovviamente, ho iniziato a ridergli clamorosamente in faccia cercando di spiegargli che ad occhio nudo neanche si vedeva e che aveva veramente rotto i cosiddetti, lui ha pure avuto il coraggio di guardarmi inviperito e regalarmi la seguente perla:”TU NON TI RENDI CONTO!!! Mi sento come se avessi uno spillo piantato nel labbro!!!”
Già, io non mi rendo conto. Ho avuto la malaria, la suina, la varicella (la cito nel caso in cui si volesse proprio rimanere in tema di disgustose eruzioni cutanee), mi sono rotta un braccio e, come miliardi di altre donne, tre giorni al mese giro piegata ad origami come una storpia perché ho le mestruazioni. Chiaramente non mi rendo conto.
Allego testimonianza fotografica che attesta che sono addirittura due settimane che non si fa nemmeno la barba perché gli FA TROPPO MALE … Da notare anche l'aria dimessa e devastata dal dolore ...
OH MIO EROE …


martedì 8 novembre 2011

IL BIDET



Ci tengo particolarmente a parlare della riparazione del bidet, non solo perché è stata un’esperienza di premorte, ma soprattutto poiché ritengo sia l’esempio perfetto di un problema universale.
Il 99,9% dei maschi ne soffre. A mio avviso l’intensiva visione di MacGyver sin dalla più tenera età non ha potuto che peggiorare tale sindrome nelle più recenti generazioni. Fondamentalmente, quasi qualunque uomo è convinto nel profondo di poter riparare QUALUNQUE cosa col solo ausilio di una forcina, un tagliapeli del naso e il suo smisurato intuito.
Il punto è che NON è VERO. Se non hai le competenze, non sei in grado di riparare NULLA nemmeno possedendo la strumentazione più sofisticata. Ma se provi a dirglielo, sicuro ti guardano con un’espressione di intensa e dolorosa sorpresa. E lì arriva il peggio, perché a quel punto devono dimostrarti che ti sbagli.
Nel caso del bidet, la colpa è stata mia. Possibile che io ancora non abbia imparato che quando si guasta qualcosa, non bisogna MAI comunicarlo al maschio di casa?! Si chiama chi di dovere, in questo caso l’idraulico, e, al massimo, glielo si dice DOPO, quando ormai la cosa è risolta. Meglio sopportare due giorni di muso lungo e di:”Potevi chiederlo a me!!!” che rischiare …
Fatto sta che ho commesso l’errore di dirgli che il rubinetto del bidet schizzava leggermente verso destra. Due ore dopo, mio padre bussa alla porta di camera mia e, tronfio come un pavone quando fa la ruota, mi dice:”Ho riparato il bidet”.
Il PRIMO intervento paterno sul ben noto sanitario ha dato il seguente risultato: il rubinetto regalava una goccia d’acqua ogni 5 minuti. Roba che se proprio proprio ci tenevi a farti il bidet la mattina, dovevi alzarti 3 ore prima del solito. Come minimo.
Ma è il SECONDO intervento che mi ha quasi uccisa. Eh già, perché io, recidiva, mi sono lamentata della potenza del getto giusto un tantino scarsa.
Nuova immagine di mio padre contentone come un gatto che si è pappato il canarino e nuova versione della frase di rito:”Ora il bidet è PERFETTO!”
Va detto che il bagno si trova all’inizio di un lungo corridoio che termina direttamente in cucina. Per concludere, il mattino dopo mi siedo sul benedetto coso, apro il rubinetto e mi ritrovo seduta sul gas. Che per fortuna era spento. Un getto di una potenza che faceva impallidire gli idranti dei vigili del fuoco.
Che dire … Ben mi sta. Così imparo. Forse.

lunedì 7 novembre 2011

LA RIMOZIONE DELLA MACCHINA



Anche se probabilmente non se n’è accorto nessuno, oggi sto postando più tardi del normale.
Questo perché dalle 8e30 di stamane ad ora, ho usufruito del simpatico passatempo predisposto da mio padre per me.
Passatempo che si può riassumere con un’immagine di rara bellezza: la sottoscritta, sola e desolata, al gelo e sotto la pioggia, ad aspettare il carro attrezzi.
Tali deliziosi episodi che illuminano le mie giornate non sono né isolati, né tantomeno casuali, dal momento che è un fatto assodato che, nel mondo di mio padre, lui è la MENTE e io il BRACCIO.
Lui si limita a COMUNICARE.” Si è fermata la macchina” (ieri tra l’altro). La conseguenza naturale della comunicazione è che io chiami il meccanico e la faccia rimuovere. Senza tralasciare il fatto che lui ha le sue teorie in merito al guasto e mi costringe anche a riportarle al meccanico. Fin qui niente di così strano, non fosse che quello che poi mi tocca dire al telefono è una cosa tipo: “Noi (eh già, perché chiaramente le sue teorie le devo anche spacciare per mie) pensiamo che sia un problema dell’autospaperaggio con le pinzillacchere che fan contatto probabilmente con lo stroprometro del minchiafono!”
E questo è UMILIANTE, davvero.
Però almeno se si tratta della macchina, non si azzarda a provare a ripararla da solo … Che domani magari vi racconto di quando ha “riparato” il bidet e io ho rischiato la morte solo per lavarmi il sedere.
Ma vogliamo lasciarci senza un pensiero amorevole per Dementalist?! E no, eh …
Che tu sia strafulminato maledetto, che sei l’essere più inutile del pianeta, che se avere un fidanzato non serve neanche a farsi dare una mano quando si ferma la macchina allora io non so in che mondo viviamo … E me ne frego che vivi a Milano, chiarooooo?!

venerdì 4 novembre 2011

LA VEDOVA NERA



Avendo a che fare con un soggetto come Dementalist, ho dovuto imparare qualche trucchetto anch’io nel corso degli anni.
In primis, non bisogna mai dimenticare che non importa come appaia il fidanzato o che tipo di personalità abbia … Di base è comunque un UOMO.
Gli uomini sono geneticamente programmati per evitare la lite. Generalmente, un uomo sceglierebbe di farsi rimuovere l’appendice senza anestesia, se questo servisse ad evitare una litigata.
Quando si ha come noi una relazione a distanza, tutto ciò è ancora più semplice. A Dementalist basta infatti giocarsi un: “Sono stanco/ho fame e voglio andare a cena/ho la batteria scarica, ci sentiamo domani”, per stroncare a metà i miei migliori monologhi con la bava alla bocca.
Facile poi che l’indomani non mi chiami affatto, perché già SA che io sono in attesa di mangiargli il cervello come uno zombie affamato. Ora, mi è sempre sfuggita l’utilità di questa manovra. Caro il mio Premio nobel per la pace, se già sono incazzata e in più tu sparisci per 2 giorni, quella che era una semplice arrabbiatura non può che trasformarsi nell’eruzione dell’Etna, capito?!
Ma LUI questo saltino mentale mica lo fa. L’istinto di sopravvivenza gli comunica solo che deve tenersi il più alla larga possibile per evitare la disgrazia peggiore che possa abbattersi su un uomo: le ROTTURE di COGLIONI.
Lo step successivo è sempre lo stesso. Da quella boccuccia di rose, quando poi finalmente ci si parla, esce immancabilmente la seguente frase:”Guarda, se questo weekend devo venir lì per litigare piuttosto me ne sto a casa mia!”
E a questo punto io posso solo chiedermi:”Ma quindi non ci vediamo MAI Più?!”
Perché anche se salti i prossimi 5 finesettimana, fai passare un mese e dici le preghiere tutte le sere, non servirà a nulla: nell’esatto secondo in cui metterai piede qui, io ti SCANNO VIVO. Perciò vedi tu, pasticcino mio, perché l’unico modo che hai per evitare l’uragano Marta, è emigrare in Antartide. Ammesso che basti.
Ma come dicevo poc’anzi, ormai un paio di trucchetti li ho imparati … Ora, quando mi incazzo, respiro profondamente e per TUTTA la settimana mi fingo la fidanzata più rilassata della Terra … Lui ancora non ha capito, ma io lo faccio così il weekend arriva tutto tranquillo e io … Lo aspetto qui, paziente, come una gigantesca vedova nera acquattata nella sua tela e tu,  mio bel moscerino indifeso, solo quando ormai sarai nella tana , ti accorgerai che stavolta è TROPPO TARDI …

giovedì 3 novembre 2011

IL GIOCO DELLO ZITTO



Per chi fosse così fortunato da non conoscerlo, consiste nel fare un silenzio tombale perché chi parla è squalificato.  Questo gioco andava un sacco di moda sia all’asilo che alle elementari e, a mio modesto parere,  andrebbe classificato come tortura dalla Convenzione di Ginevra.
Ora, pare che i campioni massimi di gioco dello zitto siano tutti uomini. Il mio lo è di sicuro, anche perché, come sostenuto nel post di ieri, riesce a dividere la mente dal corpo e così vince sempre senza neanche accorgersene.
L’ultima manche si è tenuta domenica sera.
Io ero inviperita forte (credetemi, ho i miei motivi), e fidatevi che quando sono incazzata SI VEDE. Domenica però ho deciso di mettere alla prova le mie capacità e di giocare anch’io. Anche perché sono anni che mi domando se parlando sempre per prima non mi perdo la possibilità di ascoltare magari delle perle di saggezza di Beautiful Mind. Spinta quindi un po’ dalla curiosità di cosa potesse uscire da quella bocca se io non lo stroncavo sul nascere sbraitando e un po’ dallo spirito di competizione che è in me, sto zitta.
E zitta.
E zitta.
E, incredibile, mi porto a casa la vittoria con il tempo record di QUARANTASETTE minuti (ho cronometrato con l’orologio del computer, perciò il dato è preciso) !!!
Intanto, vorrei spendere un minuto per sottolineare quanto sia stata duro per me ottenere questo epocale risultato: a un certo punto ho avuto paura che mi scoppiasse la vena in fronte e che le vibrazioni della mia ira repressa facessero muovere il lampadario stile Poltergeist.
Ma a questo punto credo che vi starete tutti chiedendo con che frase imperdibile Cervello abbia posto fine alla partita …
Ebbene, dopo QUARANTASETTE minuti di silenzio totale seduti immobili sul divano (cosa che in teoria dovrebbe farti un filo immaginare che qualcosa non va), il mio geniale fidanzato mi guarda e mi fa:” Beh, ti va di vedere un film?”

mercoledì 2 novembre 2011

LE PROIEZIONI ASTRALI



Domenica sera abbiamo visto un film horror appena uscito.
Il concetto di base della trama, almeno a quanto ho capito io, che si sa che dopo un po’ in questi film parte la supercazzola perché non sanno più come sbrogliare la matassa, sono le PROIEZIONI ASTRALI.
In parole povere, la proiezione astrale si verifica quando il corpo di una persona rimane lì dov’era, per esempio seduto sul bidet, mentre il cervello, l’anima, lo spirito (insomma chiamatelo come volete voi!) se ne va a spasso per altre dimensioni.
Ecco, grazie a questo film, ho finalmente capito dove se ne va il mio fidanzato quando io sono evidentemente incazzata nera.
Non è che non mi ascolta, se ne va proprio!
Questa sì che è una rivelazione, The Mentalist è un campione nelle proiezioni astrali, pensa te. E io che pensavo soffrisse di narcolessia …
A dire il vero ho capito finalmente come stanno le cose grazie al fatto che c’è stata una megalitigata proprio dopo la visione del film … Domani vi racconterò esattamente come si è svolta, così anche voi capirete senza ombra di dubbio che ciò che stava accanto a me nel corso della rissa domestica altro non era che un guscio vuoto.
Cioè, o la mia teoria è giusta, o sto con il campione mondiale di GIOCO DELLO ZITTO.

martedì 1 novembre 2011

LA PATATA ALIENA

Per correttezza, devo ammettere che Beautiful Mind non è stato l’unico ad avere  idee geniali durante il weekend in campagna.
I miei amici si sono dimostrati assolutamente all’altezza della situazione.
Oggi che è festa sarò breve, ma è giusto che abbiate anche la prova fotografica dell’intelligenza della mia amica.
Inutile dire che era ORGOGLIOSISSIMA del suo lampo di genio …
Buon compleanno PATATA!