venerdì 5 ottobre 2012

LA VITA NON è UN FILM


Le cose non vanno mai come al cinema. Per dirne una, stai pur sicuro che se speri di incontrare qualcuno, magari girandoti coi capelli che ondeggiano al ritmo della tua canzone preferita al centro della pista, anche se vivi a Torino e non a Città del Messico e esci tutte le sere non lo vedi MAI. O al limite i vostri sguardi si incroceranno proprio mentre stai raccogliendo la popò del cane (che tra l’altro nel mio caso specifico il più delle volte ne fa una TONNELLATA).
Quello che sto cercando di dire è che la vita reale ammazza la poesia. Che la storia che le piccole cose sono intrise di magia è una cagata pazzesca.
Prendiamo un esempio semplice semplice.
L’altra sera mi sentivo proprio poetica. Ma davvero. Passeggiata col cane, una comunione di anime che trotterellano felici di stare insieme al tramonto nella cornice del Valentino e dei Murazzi. Mi sentivo in un film francese.
Bene. Parto da casa e già da subito è palese che il cane di fare questa bella girata non ha un cazzo voglia.
Il veterinario continua a dirmi che devo farla muovere di più, ma qua se c’è qualcuno che fa attività son giusto io che me la sono trascinata per 12 kilometri come un tappeto arrotolato di 50 kg.
Ai Murazzi voleva farsi il bagno nel Po, però io ho deciso che la preferisco con una testa sola. Che le anatre  che ci vivono dentro stanno subendo una mutazione che, secondo una mia precisa teoria apocalittica, le porterà ad ammazzarci tutti nei nostri letti. Tra l’altro penso di aver visto galleggiare uno stronzo. Che anche nella stupenda luce del crepuscolo, sempre uno stronzo è.
Al Valentino ha visto uno scoiattolo (che nella realtà altro non è che un ratto con la coda più figa) e mi ha praticamente disarticolato una spalla per inseguirlo.
All’altezza di Lungo Po Antonelli ha cominciato a scapparmi la pipì. Lei ha deciso che era stanca e si è seduta. Me la son tirata dietro fino a casa cristonando come se non ci fosse un domani.
Ah, per la metà del tempo, la colonna sonora non è stata quella del Favoloso mondo di Amelie, bensì un signore a cui era scappato il cane e che urlava:”Saaaaaaaaara!Vieni qua! Vieni ssssubito qua! Porca troia, stavolta t’ammazzo quant’è vero Iddio!”
Sono arrivata a casa con l’acido lattico che mi usciva dalle orecchie, le caviglie massacrate dalle zanzare e in polemica forte col cane.
Non lo so, magari sono io che son morta dentro, però scusatemi se tutta ‘sta poesia non l’ho vista.
Magari è davvero un problema mio. Perché guardando una coppietta che cenava a lume di candela su un barcone sul fiume l’unica cosa che mi è venuta in mente è la pantegana gigante che ne avevo visto uscire poco prima che si scrolla, si siede a tavola con loro e chiede:”Sa’ ragazzi avete già ordinato?”
Eh no, la vita non è un film.


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