lunedì 10 ottobre 2011

roba da ricchi





Devo fare una triste ammissione.
Quando conobbi The Mentalist lo scambiai per ricco. Evidentemente il fiuto per gli affari non fa la sua comparsa a sorpresa all’alba dei  venticinque anni, o ci nasci o è meglio lasciar perdere.
Lui se ne stava lì con la sua camicia bianca da proprietario di barca a vela e invece di mischiarsi alla plebe aveva un tavolo. Ora, il fatto che mi sia fatta abbindolare da così poco racconta che benché i miei genitori si siano svenati per farmi frequentare scuole private e farmi sguazzare in mezzo ai ricchi, io dei ricchi veri non ho capito una fava.
Basti dire che ho poi scoperto che la camicia bianca da velista di The Mentalist è in realtà davvero LA camicia bianca. Difatti ne possiede in tutto UNA bianca e UNA nera.  E che il tavolo ce l’aveva perché il locale è di un suo caro amico che glielo dava super scontato. Questi che potrebbero sembrare dettagli insignificanti sono a dire il vero dati vitali per comprendere la forma mentis del soggetto riguardo al denaro.
Perché non solo non è ricco, ma l’unico milanese col braccino corto l’ho trovato io. Ebbene sì, The Mentalist è milanese DOC. Peccato che mentre nel mio immaginario il milanese è uno sborone pazzesco  che sciala a destra e a manca per far la bella vita, a quanto pare il lombardo vero programma persino l’acquisto dell’ammorbidente prima di procedere.
Pensate solo che a Capodanno 2007 abbiamo preso un taxi a Montecarlo. Ci costò ben cinquanta euro, che però è importante dire furono divisi tra cinque persone riducendo perciò la spesa a dieci euro a testa. The Mentalist ne fu così sconvolto che ogni tanto ne parla ancora. E sono certa che a tutt’oggi abbia incubi terribili a riguardo. Quando succede me ne accorgo, perché dorme in posizione fetale e scalcia e mugugna, come i cani quando sognano di essere inseguiti da un cinghiale di due tonnellate.
Ma come si riconosce un ricco vero? E soprattutto, sono ancora in tempo per aggiudicarmene uno?

Nessun commento:

Posta un commento