giovedì 13 ottobre 2011

DALLA RUSSIA CON AMORE...



Prima di porsi il quesito se sia eticamente giusto puntare alla dichiarazione dei redditi di un uomo e se io sia pronta a rinunciare al mio Ben Stiller personale, si richiede un’indagine di mercato.
Ovvero, posso io ambire ad aggiudicarmi un marito ricco e con lui la possibilità di seguire le mie inclinazioni naturali e fare ciò che mi riesce meglio, vale a dire una beata fava per il resto della vita?
Ora, da quel che ho capito io le qualità base di una moglie trofeo sono fondamentalmente due: una pazienza infinita e una gnoccaggine stratosferica.
La pazienza  è vitale perché potrebbe capitare che il ricco di turno sia piacevole come il rumore delle unghie su una lavagna. Bisogna quindi essere in grado di annuire a tutte le vaccate che dice e di ridere quando il pirla è convinto di fare il simpatico. Qui si pone un grosso problema o meglio un limite che madre natura mi ha imposto sin dalla nascita. Quando qualcuno dice o fa qualcosa che ritengo idiota (e va detto che non essendo la tolleranza una delle mie doti di punta, questo capita diverse volte al dì) il mio sopracciglio sinistro, incontrollabilmente, si alza e si alza. A volte si alza talmente tanto che fa il giro da dietro la nuca e mi rispunta sul mento. Normalmente quindi la gente si rende un filino conto del fatto che la sto disprezzando con tutta l’anima. Senza contare che già con The Mentalist almeno due volte al mese devo respirare profondamente e rifugiarmi nel mio posto felice per resistere all’impulso di soffocarlo col cuscino mentre dorme al mio fianco, eppure lo amo. Figuriamoci quanto tempo ci metterei a finire in galera per l’omicidio di uno che neanche mi piace …
Problema numero due: la gnoccaggine stratosferica. Oramai viviamo in un mondo senza frontiere e ciò comporta che dovrei vedermela con un esercito di ventenni russe. Tali russe hanno tre vantaggi principali: due metri di gambe, l’esotismo della straniera e, non capendo una mazza di ciò che dice l’ipotetico pirla, un’ineguagliabile facilità a ridere sempre e comunque delle minchiate della preda.
Un amico mi ha generosamente consigliato di ostentare un accento slavo e di farmi di vodka liscia. Peccato che io l’alcool lo reggo malissimo e dopo due bicchieri della suddetta vodka si fanno pesantemente sentire i ventitre cromosomi calabresi che mi ha trasmesso quella santa donna di mia madre. Così inevitabilmente comincio a tenere comizi in modalità pescivendola e con una sensibile inflessione cosentina.
Sarò ancora in tempo per buttarmi sul mercato o son già da rottamare?

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