giovedì 3 novembre 2011

IL GIOCO DELLO ZITTO



Per chi fosse così fortunato da non conoscerlo, consiste nel fare un silenzio tombale perché chi parla è squalificato.  Questo gioco andava un sacco di moda sia all’asilo che alle elementari e, a mio modesto parere,  andrebbe classificato come tortura dalla Convenzione di Ginevra.
Ora, pare che i campioni massimi di gioco dello zitto siano tutti uomini. Il mio lo è di sicuro, anche perché, come sostenuto nel post di ieri, riesce a dividere la mente dal corpo e così vince sempre senza neanche accorgersene.
L’ultima manche si è tenuta domenica sera.
Io ero inviperita forte (credetemi, ho i miei motivi), e fidatevi che quando sono incazzata SI VEDE. Domenica però ho deciso di mettere alla prova le mie capacità e di giocare anch’io. Anche perché sono anni che mi domando se parlando sempre per prima non mi perdo la possibilità di ascoltare magari delle perle di saggezza di Beautiful Mind. Spinta quindi un po’ dalla curiosità di cosa potesse uscire da quella bocca se io non lo stroncavo sul nascere sbraitando e un po’ dallo spirito di competizione che è in me, sto zitta.
E zitta.
E zitta.
E, incredibile, mi porto a casa la vittoria con il tempo record di QUARANTASETTE minuti (ho cronometrato con l’orologio del computer, perciò il dato è preciso) !!!
Intanto, vorrei spendere un minuto per sottolineare quanto sia stata duro per me ottenere questo epocale risultato: a un certo punto ho avuto paura che mi scoppiasse la vena in fronte e che le vibrazioni della mia ira repressa facessero muovere il lampadario stile Poltergeist.
Ma a questo punto credo che vi starete tutti chiedendo con che frase imperdibile Cervello abbia posto fine alla partita …
Ebbene, dopo QUARANTASETTE minuti di silenzio totale seduti immobili sul divano (cosa che in teoria dovrebbe farti un filo immaginare che qualcosa non va), il mio geniale fidanzato mi guarda e mi fa:” Beh, ti va di vedere un film?”

Nessun commento:

Posta un commento