mercoledì 29 febbraio 2012

LA LIBERA USCITA


Leggendo il mio post di gennaio “UN’INFANZIA FELICE”, avrete probabilmente intuito che sono cresciuta praticamente a Guantanamo.
Ma se nell’infanzia mi facevo già due palle così, durante l’adolescenza le cose non potevano che peggiorare …
Già, perché verso i sedici anni ti viene anche un tantino voglia di uscire la sera. Chiaramente a casa mia non se ne parlava neanche. A sedici anni non potevo assolutamente uscire di sera. La cosa è leggermente migliorata, ma neanche tanto, verso i diciotto. Potevo uscire, ma massimo all’una dovevo timbrare il cartellino di rientro.
Cosa può fare a questo punto un’adolescente che non vuole essere marchiata come la regina degli sfigati? Le soluzioni che mi vennero in mente erano fondamentalmente due: andare a dormire a casa di amiche con genitori compiacenti o farmi furba e cercare di salvare un minimo la faccia.
La prima soluzione era la migliore, ma non sempre fattibile e ha oltretutto, in più di un’occasione, scatenato disastri di portata stellare. Ma di questo parleremo domani, dato che le mie tragiche figure di merda quando venivo beccata meritano il giusto spazio.
La seconda era molto elaborata, ma funzionava.
Allora io a mezzanotte e un quarto entravo in discoteca e salutavo più gente possibile, dandomi arie da grandissima mondana. Tempo utile per sembrare socialmente inserita: mezz’ora. All’una meno un quarto sgattaiolavo fuori di soppiatto, facevo un kilometro di corsa per scomparire alla vista di chi era fuori dal locale (saltando anche da un cespuglio all’altro, per sicurezza) e mi fiondavo in taxi per materializzarmi a casa in tempo.
Faticosissimo.
Ma il piano non finiva mica qui. Troppo facile. Il sabato dopo, quando incontravo la solita gente, non mancava mai qualcuno che mi chiedesse:”Ma che fine hai fatto sabato scorso?! Non ti ho più vista!” A quel punto, le strade erano due: faccia malandrina, mezzo sorriso e:”Guarda, ero troppo ubriaca, forse ero in  bagno, non mi ricordo niente, però che serata!” oppure, faccia annoiata e superiore e:”Ma era pieno di sfigati, me ne sono andata verso le due e ho raggiunto degli amici ad una festa in collina …”
Allora per funzionare, funzionava.
Gli effetti collaterali sono: quadricipiti da centometrista e sdoppiamento della personalità.
Però ne è valsa la pena. Credo. Aspetta che chiedo all’altra me …

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