domenica 26 febbraio 2012

GLI EMO

Anche quando io ero al liceo c’erano delle mode, ovviamente. Fondamentalmente gli stili tra cui scegliere erano cabinotto (un po’ da fighetti), tamarro (un evergreen che non credo necessiti precisazioni) e alternativo (che comprendeva un tot di idee, dal trasandato al metal, al punk). Bom, finita lì.
Sceglievi cosa mettere e tanti saluti.
A quanto pare invece oggi, lo stile non si limita all’abbigliamento. Se sei un’ adolescente e ti definisci in un certo modo, devi dimostrarlo anche con modi di vivere e sentimenti.
Il fenomeno (da baraccone) che mi turba di più sono gli EMO. Allora, per quanto ne ho capito io, se vuoi essere emo devi farti anzitutto una cofana di capelli, possibilmente nero pece, e deve sembrare che te li abbia tagliati una marmotta sotto allucinogeni. Per quanto riguarda l’abbigliamento, l’obiettivo finale è che non si capisca minimamente se sei un uomo o una donna. Ma soprattutto devi essere un sacco triste. Anche se quel giorno tuo padre ti ha finalmente comprato il motorino, la vita deve farti cagare uguale. Altra cosa importante, non devi far tanto lo schizzinoso, cioè devono piacerti in egual misura maschi e femmine. Che poi non dev’essere così complicato dato che tanto è impossibile distinguerli uno dall’altro.
La mia adolescenza non sarà stata un bijou, però almeno nessuno pretendeva che mi piantassi una lametta nel braccio o mi limonassi la mia compagna di banco solo perché quel giorno avevo su una certa felpa.
Siccome mi piace essere precisa, adesso vi mostro com’è un emo, almeno siam sicuri di esserci capiti.



 Ora, riguardatelo bene bene. Eeeeeh, sì, amici miei, il nostro emo è Dementalist!
Adesso ditemi se non ho fatto un capolavoro per la festa in maschera di sabato.
L’unica cosa è che non ha proprio voluto che lo tagliuzzassi un po’ sul serio per perfezionare il tutto. Che pesante però …



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