giovedì 1 dicembre 2011

LA DISOCCUPAZIONE



Voi potreste forse pensare che la disoccupazione mi lasci un sacco di tempo libero, per esempio per pensare a Beautiful Mind e cercare di capire quanto alto sia il rischio che lo avveleni o lo strangoli se andiamo a vivere insieme.
Vi sbagliate. Di grosso.
Essere senza un’occupazione remunerata mi lascia in totale balia delle necessità di tutti quelli che mi circondano. Non so se ad alcuni di voi è capitata la stessa cosa, ma io da quando sono a casa mi vedo affibbiare quasi quotidianamente una lista infinita di incombenze assurde. “Tanto tu sei a casa, no?!” E no! Perché per riuscire a far tutto come minimo devo star fuori 12 ore.
Mi pare ovvio che si tratti sempre di attività ludiche divertentissime, tipo andare all’ufficio postale a menarmi selvaggiamente con un’orda di pensionati o stirare le gonne di lana della nonna. Senza contare che non sono mai andata così spesso al supermercato in vita mia. Praticamente ci vivo. Ormai conosco vita, morte e miracoli di tutte le cassiere e devo dire che sta nascendo una bella amicizia, tutto sommato. Questo succede perché ormai chi mi ci manda non si sbatte neanche a cercare di ricordarsi tutto quello che gli serve, “tanto se mi son dimenticato qualcosa, al massimo ci torni, no?”
Ma la cosa più fastidiosa in assoluto è che non ti ringraziano neanche. Anzi, magari pensano pure di farti un favore, così ti mantieni attiva. Tranquilli, mi mantengo tranquillamente attiva anche andando a farmi una passeggiata al parco o a cena fuori.
La frase di rito è:”Ma perché, scusa, COS’HAI DA FARE?!”
Dunque, considerando che mi hai dato da fare 18 commissioni, della durata media di due ore l’una, da sbrigare tutte nell’arco della giornata … Sì, oggi non posso, ho da fare.
Devo cercarmi una macchina del tempo.

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