giovedì 15 dicembre 2011

BUON APPETITO!


Si avvicinano le feste. Anche chi non sente lo spirito del Natale, si rinfranca pensando alle super mangiate che farà.
Io purtroppo non posso fare neanche questo.
A parte il fatto che il pranzo di Natale a casa mia si svolge in una deliziosa atmosfera di serenità e affetto, dato che la mommy e il daddy, che sono separati da dieci anni,  devono passare tre ore nella stessa stanza, il menù è da brivido.
Della cucina si occupa mia mamma, che, per dirla tutta, è veramente una sega totale ai fornelli. L’anno scorso ha fatto i tortelli di zucca, idea geniale visto che lei non li mangia e a me e a papà danno la nausea.
La cosa più sconcertante è che la mamma è calabrese. Ci si aspetterebbe perciò che sia un asso in cucina e sforni a ripetizione robe super caloriche e buonissime. Errore. Penso mi basti dirvi che in due litri di minestrone, la mamma mette UN dado. Praticamente come bere l’acqua del water con due carote che ci galleggiano dentro.
Persino il pandoro lo compra ipocalorico.
Chiaramente è ossessionata dal fatto che il sale fa male. Verissimo, ma a tutto c’è un limite cazzo!
Come se tutto questo non bastasse, lei non è minimamente consapevole delle sue carenze, perciò non ha nemmeno il buon senso di limitarsi a piatti semplici. Puntualmente, ritaglia le ricette da Donna Moderna e si cimenta con sfide di difficoltà minimo quattro cappelli da cuoco. Disastro.
La prima volta che ho portato Cervello a mangiare da lei, ho cercato di avvertirlo. Il fatto che prima di uscire io mi sia infilata loscamente in borsa un vasetto di peperoncino extraforte macinato che metto di nascosto su qualunque cosa lei abbia preparato per anestetizzarmi le papille gustative e non sentire nulla, avrebbe dovuto farlo riflettere. Ma chiaramente lui ha pensato che esagerassi come al solito.
Quel giorno mamma ha fatto la sua famosa pasta al forno. La ricetta è facile: metti tipo un cucchiaio di sugo ogni 200 grammi di pasta, niente olio, e poi la lasci almeno due ore in forno a 180 gradi. Il risultato è un blocco di cemento da cui escono degli spuntoni (le penne, il suo cavallo di battaglia) che hanno il solo fine di scartavetrarti l’esofago fino alle lacrime.
Io me ne sono stata zitta e buona, osservandolo scolarsi almeno tre litri d’acqua per mandar giù la pasta al forno.
Quando finalmente siamo usciti dall’antro di Antonella Clerici posseduta dal demonio, l’ho solo guardato.
E il genio mi fa:”Eeeeeeh … Effettivamente la pasta era un tantino impegnativa!”
Ma va’?!

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