Sabato sera
siamo andati al circo.
Lo so, lo
so, sono una brutta persona. Al circo non si dovrebbe andare perché non è
giusto divertirsi alle spalle degli animali. Infatti anche io ero già pronta a
disperarmi con un pacchetto di fazzoletti a portata di mano.
Ma tranquilli
… Non ce n’è stato bisogno. Era probabilmente il circo più scarso del mondo. Roba
che pure quelli che venivano d’estate nel paesino sfigato di montagna dove
andavo da piccola se la cavavano nettamente meglio.
E sì che
questo circo era pure targato Orfei … Però mi sa che questi al massimo son
cugini di quarto grado di Moira che non vengono neanche invitati alle cene di
famiglia.
Allora, il
magico show si compone di diversi numeri. La filosofia generale credo però sia
per tutti “andate e fate quello che vi riesce meno peggio”.
Tanto per
citarne alcuni, c’era:
Un numero in
cui erano tutti vestiti da cowboy e ognuno faceva il cacchio che gli pareva. Due
facevano finta di picchiarsi, altri tre ballavano, uno si faceva cadere le
clavette sui piedi e un altro girava in tondo. Persino i cavalli che sono
entrati dopo si facevano i fatti loro.
Un trasformista,
effettivamente unico nel suo genere. Sì, l’unico trasformista al mondo che
rimane sempre uguale.
Quattro pappagalli
scocciatissimi che non hanno mosso una penna manco per sbaglio. Li spostava
tristemente la domatrice, fingendo senza successo che si muovessero da soli.
Un funambolo
che non sembrava neanche male all’inizio. Peccato che la fune era tesa tipo a
mezzo metro da terra, puoi capire che brividi … Comunque alla fine, meno male
che era bassa perché è pure caduto.
Poi sono
finalmente cominciati i numeri con gli animali. Probabilmente gli animali meno
stressati nella storia mondiale del circo. Eh già, perché tutto quello che
dovevano fare era uscire per 20 secondi e farsi guardare. Cioè, mi spiego
meglio. Il “domatore” (tra virgolette perché mi sa che così è capace persino
mia nonna) faceva uscire per esempio un elefante, urlando entusiasta: “Et voilà
… L’elefante!!!” e tutti: “Oooooooooh!”.
E poi: “La zebra!!!” e: “L’ippopotamo!!!”. E niente, numero finito. L’ippopotamo
si è pure messo di culo così gli abbiamo potuto ammirare solo il posteriore.
Credetemi,
siamo tornati a casa tanto dispiaciuti per loro. Perché non si può essere così
scarsi, cazzo.
Sono ancora
talmente preoccupata per il futuro di questo circo che ho pensato a come potrei
aiutarli. Dato che a quanto pare il loro punto di forza è la sfilata di animali
esotici scazzatissimi, pensavo che almeno potrei donargliene uno raro che
renderebbe il numero unico nel suo genere.
Voi non
paghereste per vedere dal vivo il famoso lemure Cervellus Dementalist?!
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