Come molti
di voi avranno già capito, al momento sono in vacanza in Messico. Precisamente
a Playa del Carmen.
In questo
posto c’ero già stata più volte, ci ho addirittura lavorato qualche mese.
Se non siete
mai stati qui, tento di spiegarvi di cosa si tratta.
Praticamente
un calderone di scoppiati provenienti da tutte le parti del mondo. Ci sono i
turisti americani, rigorosamente muniti di camicia hawaiana (non si sa poi
perché, dato che siamo in Messico e non a Honolulu, dove per altro i locali ne
avranno comunque le palle piene di vedere ‘ste camicie orrende) e alle cinque
di pomeriggio son già ubriachi, ci sono i messicani, c’è una buona percentuale
di argentini e di italiani.
La new entry
di quest’anno sono i canadesi. O meglio, i canadesi over 60. A quanto pare
adesso per loro va di moda venire a svernare qua. Nel mio condominio ce ne sono
otto.
A parte il
fatto che anche tra di loro non sempre socializzano perché di base i canadesi
della parte francese non parlano con quelli della parte inglese e viceversa, io
qui ho trovato una bella manica di soggetti.
Il mio
preferito però è Albert. Albert vive qua da un paio di mesi e penso sia uscito
di casa al massimo 3 volte. Lui vive sul balcone. Non importa a che ora
rientri, lui è lì. Albert qui è la mia unica certezza.
(Vogliate
per altro notare il posacenere di fianco a lui, tra poco capirete perché)
A quanto pare sta scrivendo il quarto libro su
come far durare le relazioni di coppia, che considerato il fatto che ha
divorziato 2 volte e che non è che ci sia questo gran viavai di femmine in casa
sua fa un po’ specie.
Con la scusa
che è allergico al glutine o a non so che e che perciò non può bere birra, si
ammazza di tequila dalla mattina alla sera. Tutte le sere mi dice che domani
smette di fumare perché la nicotina gli succhia l’entusiasmo e poi la mattina
lo becco con 3 pacchetti di sigarette sul tavolino.
Di base è
anche simpatico il buon Albert, tranne quando torni alle 6 di mattina e lui ti
attacca la pippa sulla ex fidanzata o sullo scambio di energia tra esseri
umani. Va anche detto che lo fa in un linguaggio tutto suo perché quando il
concetto non gli esce bene in spagnolo parte col francese. In più, ogni tanto
si interrompe a metà di una frase e va in catalessi una decina di minuti,
probabilmente cercando di schiarirsi le idee. Stancante alle volte, credetemi.
Io ormai ho
sviluppato una tecnica: quando mi rompo le palle, mi alzo e me ne vado senza
dire una parola.
Va detto a suo favore che non se la prende.
Se gradite
altri ritratti di soggetti più unici che rari, non perdetevi la prossima
puntata.
Io adesso
devo andare.
Qui è mattina e oggi non ho ancora controllato se Albert ha smesso
di fumare.
potresti diventare la sua terza moglie se continui così...
RispondiEliminaSarebbe un onore ... Se non altro a casa nostra non mancherebbe mai la tequila!
RispondiEliminae nemmeno la puzza di fumo (sempre che di nicotina si tratti)
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