sabato 15 dicembre 2012

L'ALCOL HA UN PROBLEMA CON ME


Affrontiamo quest’oggi una questione controversa.
I miei amici, che aggiorno ogni tanto sulla mia vacanza, non fanno che ripetermi che non è necessario ridursi uno straccio tutti i giorni.
ERRORE. Qua è semplicemente inevitabile. Cerco di farvi capire.
Prima di tutto qui, al posto di “Ciao, come stai?” ti chiedono “Ciao, cosa bevi?”, così subito.
E poi ancora.
Stralci di conversazioni riguardo l’alcol:

“Ti prendo una birra”
“No, grazie, oggi no bevo”
“Corona o Montejo?”


“Bevi qualcosa?”
“No, guarda, magari più tardi”
“Va beh, ti ho preso una tequila”


“Una birra per favore!”
“Una tequila?”
“No, una birra grazie”
“ Ecco a te, una tequila e una birra”

Evidentemente nel cervello dei locali c’è un filtro che bypassa tutte le mie risposte negative e le cestina senza passare dal via. Per loro è semplicemente inconcepibile che tu non voglia bere, lo prendono come un “no, grazie” di cortesia e come tale non lo prendono minimamente in considerazione.
L’altra sera ho tentato di spiegare che io non sono geneticamente programmata a bere come loro. L’hanno trovato molto divertente e mi hanno offerto un mezcal.

Ora voi mi dite se quelli che usano qui son bicchieri normali. Che porca miseria se ti dici “esco a bere UNA cosa” vuol comunque dire minimo un litro:



Tra l’altro il rimedio per i postumi della sbronza locale è un’infame minestra di gamberi e peperoncino da trangugiare alla temperatura minima del sesto girone infernale.  Io l’ho provata e continuo a pensare che ingerire dei crostacei  dopo una sbornia NON sia l’idea della vita.
Perciò: “Ciao, mi chiamo Marta e non bevo da 4 ore, 53 minuti e 28 secondi!”
E credetemi, non è poco.

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