Affrontiamo quest’oggi
una questione controversa.
I miei
amici, che aggiorno ogni tanto sulla mia vacanza, non fanno che ripetermi che
non è necessario ridursi uno straccio tutti i giorni.
ERRORE. Qua è
semplicemente inevitabile. Cerco di farvi capire.
Prima di
tutto qui, al posto di “Ciao, come stai?” ti chiedono “Ciao, cosa bevi?”, così
subito.
E poi
ancora.
Stralci di
conversazioni riguardo l’alcol:
“Ti prendo
una birra”
“No, grazie,
oggi no bevo”
“Corona o
Montejo?”
“Bevi
qualcosa?”
“No, guarda,
magari più tardi”
“Va beh, ti
ho preso una tequila”
“Una birra
per favore!”
“Una
tequila?”
“No, una
birra grazie”
“ Ecco a te,
una tequila e una birra”
Evidentemente
nel cervello dei locali c’è un filtro che bypassa tutte le mie risposte
negative e le cestina senza passare dal via. Per loro è semplicemente
inconcepibile che tu non voglia bere, lo prendono come un “no, grazie” di
cortesia e come tale non lo prendono minimamente in considerazione.
L’altra sera
ho tentato di spiegare che io non sono geneticamente programmata a bere come
loro. L’hanno trovato molto divertente e mi hanno offerto un mezcal.
Ora voi mi
dite se quelli che usano qui son bicchieri normali. Che porca miseria se ti
dici “esco a bere UNA cosa” vuol comunque dire minimo un litro:
Tra l’altro
il rimedio per i postumi della sbronza locale è un’infame minestra di gamberi e
peperoncino da trangugiare alla temperatura minima del sesto girone
infernale. Io l’ho provata e continuo a
pensare che ingerire dei crostacei dopo
una sbornia NON sia l’idea della vita.
Perciò: “Ciao,
mi chiamo Marta e non bevo da 4 ore, 53 minuti e 28 secondi!”
E credetemi,
non è poco.
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