Come forse
avrete già intuito, ultimamente sono stata un paio di giorni al mare.
La faccenda
è nata più o meno così:
Il mio amato
bene mi ha comunicato con la consueta sensibilità che se ne sarebbe andato via
per il weekend con gli amici. Al che io, che sono una ragazza matura,
comprensiva e nient’affatto vendicativa, gli ho risposto: “ Esticazzi, allora ci
vado pure io.”
Da brava
torinese, il primo posto che mi è venuto in mente è stata la cara, vecchia
Liguria. Grosso errore.
Partita alla
ricerca di un po’ di felicità, di calda ospitalità e di un minimo di
gentilezza, sono stata investita da un oceano di vaffanculo. Ho passato
praticamente 48 ore a farmi mandare a cagare da chiunque.
Come ho
potuto dimenticare ciò che chiunque sia stato anche solo una volta in Liguria
sa perfettamente. E cioè che in Liguria hanno la folcloristica abitudine,
tramandata di generazione in generazione sin dalla notte dei tempi, di trattare
di mmmmerda la categoria dei turisti.
Effettivamente,
se sei così coglione da spendere un patrimonio per passare due giorni in un
posto dove la spiaggia è lunga mezzo metro e l’acqua somiglia in modo
impressionante a quella del Po, per altro dopo esserti auto inflitto 4 ore sul
treno regionale più caccomerdoso in circolazione, un po’ te lo meriti.
Però a tutto
c’è un limite, dai …
Ecco qua,
brevi stralci di dialoghi avvenuti in quel magico finesettimana:
“Buongiorno,
cortesemente, avrebbe mica un lettino libero per oggi?”
“Eh già, uno
arriva qua il 30 di giugno e vuole pure il lettino … Ma io non lo so, va’ va’
va’ …”
“Un caffè e
due bottigliette d’acqua naturale per favore”
La tipa
mette sul bancone due piattini e una bottiglietta d’acqua.
“Mi scusi,
le avevo chiesto UN caffè e DUE bottigliette”
“E dirlo
prima che adesso ormai li ho fatti i due caffè?! Santo Dio, la giornata
comincia già male!”
“Buongiorno,
scusi, potrebbe per cortesia avvisarmi quando arriviamo alla fermata di
Ceriale?”
“No, guardi,
io non l’avviso manco per niente, che ad Albenga mi danno il cambio”
E potrei
andare avanti pagine e pagine, tant’è vero che dell’albergo dove son finita vi racconterò
nel prossimo post perché ne merita uno intero, credetemi.
Inutile che
vi dica come mi ha rigenerato un weekend nella sorridente Alassio …
LIGURIA, UN
LUOGO MAGICO DOVE ANCHE TU PUOI SENTIRTI UNO STRONZO.
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