lunedì 16 dicembre 2013

LA CASA MATTA







Mia madre lo dice sempre: “manicomio sta scritto di fuori”.
Significa che i matti che stanno all'interno non sanno di esserlo.
Io personalmente, invece, lo so.
Il condominio dove abito è una gabbia di pazzi mica da ridere.
Ma affrontiamo la questione come merita, piano per piano.
Al piano terra c’è la portinaia, però lei merita un momento tutto suo.
Al primo piano si parte già con ricchi premi. Qui troviamo uno studio legale che garantisce un viavai di criminali pressoché costante. Delle facce che ti vien solo voglia di ingoiare il portafoglio per risputarlo solo nella sicurezza del bagno di casa chiuso a chiave. Gli altri di solito si rifugiano nel portone. Io son più tranquilla quando mi chiudo fuori. Accanto allo studio legale vive una graziosa famigliola composta da mamma, papà e due pargoli. Carini, ma carini da matti. Peccato che nove volte su dieci, quando scendo a piedi e passo davanti alla loro porta, si sentano uscire da lì dentro delle urla che neanche a Forum. I CARINI si scannano come non ci fosse un domani. Roba che in confronto i Roses facevano una bella coppia. Se i carini junior han preso dai genitori, non dubito che la vicinanza allo studio legale tornerà presto utile.
Al secondo abbiamo il fiore all’occhiello del palazzo. L’onoratissimo consolato di *************. La presenza di tale egregio consolato garantisce, soprattutto in determinati periodi dell’anno, un afflusso di arrapati di prima. Che gioia trovare già davanti al portone una bella fila di disgraziati con la bava alla bocca. Che fortuna dover passare in mezzo alle loro fila, chiedendo “permesso” accompagnate da scampoli di forfora e grugniti ansimanti. Che benedizione poi, poter ascoltare le utilissime informazioni di viaggio che si scambiano davanti alla porta dell’ascensore. Non viene neanche voglia di passare il diserbante sulla maniglia prima di toccarla.
Al terzo piano vive la strana coppia. Lei, una signora a modo, tanto simpatica. Lui, un barattolo di un metro e venti ricoperto di raffinatissimi tatuaggi fin sul collo, accanito fan del Manchester United, quotidianamente in divisa da hooligan. Non ho ancora ben capito che lavoro fa, però mi è capitato di cuccarlo a bazzicare in mattinata nei pressi della stazione. Bah.
Eccoci al quarto. Altro studio legale (ma daaaaai?!) e l’immancabile ubriacone del villaggio. Detto soggetto attacca col giro dei bar sin dall’apertura mattutina. Del resto si sa che con un bianchino (o quattro) la giornata parte col piede giusto. Devo ammettere che, malgrado le apparenza non esattamente grandiose, paragonato al resto dei condomini è anche passabile. Almeno saluta. L’unica cosa che devo dire è che prendere l’ascensore con lui per quattro piani ti sballa come una serata ai Murazzi. Lui emana signori, oh se emana.
Mi rendo conto che il meraviglioso microcosmo in cui vivo non può essere compresso in un solo post, perciò i restanti cinque piani li troverete nel post successivo.
Che vi serva da monito, in ogni caso. Prima di traslocare, appostatevi sui pianerottoli, date retta a me.

Per noi ormai è troppo tardi. Quasi quasi vado a farmi un bianchino.

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